Bruxelles respira dopo l'elezione di Merz, ma l'ombra dell'instabilità persiste





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Redazione Esteri
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La Germania, dopo una giornata di fibrillazione politica, ha finalmente un nuovo cancelliere. Friedrich Merz, leader della Cdu, è riuscito a ottenere la maggioranza al Bundestag solo al secondo scrutinio, superando di stretta misura la soglia necessaria con 325 voti a favore. Un risultato che, seppur raggiunto con fatica, ha permesso ai mercati di recuperare le perdite iniziali, anche se l'incertezza non è del tutto dissipata.
Non è la prima volta che Berlino vive un passaggio di potere così sofferto. Già nel 1949 Konrad Adenauer, primo cancelliere della Repubblica Federale, fu eletto con un solo voto di margine, e nel 1994 Helmuth Kohl riuscì a formare un governo in condizioni altrettanto precarie. Ma ciò che preoccupa oggi non è solo l'esiguità del consenso, quanto il contesto in cui Merz si trova ad agire: un Paese diviso, dove l’ascesa di Alternative für Deutschland (AfD) — formazione sovranista guidata da Alice Weidel — continua a erodere il tradizionale elettorato conservatore.
L’investitura di Merz, definito da alcuni uno "sceriffo" per il suo approccio deciso verso Washington e i sovranisti, è arrivata dopo sei ore di tensione. Alle 10:15, il primo voto si era concluso con una batosta, lasciando intravedere lo spettro di un’impasse istituzionale. Ma la rapidità con cui è stato convocato il secondo scrutinio ha evitato il peggio, e quando la presidente del Bundestag ha annunciato l’esito, persino la famiglia del neocancelliere, in tribuna, si è unita all’applauso.