Open Fiber, governo avanti tutta. "Kkr pronta a rispettare il patto"
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«Ma figuriamoci. L'operazione è nell'interesse di tutti, Kkr non intende rilevare un'Open Fiber ridotta a un contenitore vuoto. Noi, Tim e Open Fiber abbiamo tutti i motivi per volere la rete unica». Così ha commentato le indiscrezioni dei giorni scorsi una fonte interna al fondo che ha rilevato la rete di Tim, sulla possibilità che gli americani brighino per mandare a monte le nozze tra Fibercop e Open Fiber e così non essere costretti a pagare i 2,5 miliardi di euro di earn out. (il Giornale)
Ne parlano anche altre testate
La società nata con l’obbiettivo di posare la fibra ottica per la banda larga in tutto il Paese - per arrivare a firmare i contratti di finanziamento con le banche e continuare ad operare, passa da due strettoie. (la Repubblica)
L’azienda, principale operatore italiano nelle connessioni in fibra ottica fino a casa e tra i leader in Europa, sta sviluppando sul territorio del comune in provincia di Rimini l’infrastruttura per garantire una connessione internet ultraveloce a cittadini e imprese. (il Resto del Carlino)
La nuova mappatura delle aree grigie, all’indomani della bocciatura da parte della Commissione Ue dell’emendamento sui civici adiacenti, dovrebbe partire in tempi strettissimi, già la prossima settimana. (Key4biz.it)
E sulla roadmap incombe anche la nuova consultazione al via A seguito delle interlocuzioni con la Commissione Ue necessario un “correttivo” a quanto stabilito dall’emendamento approvato nell’ambito del Decreto Pnrr che consentiva a Open Fiber e Fibercop di sostituire alcuni civici per un errore nella mappatura iniziale. (CorCom)
La situazione va affrontata con severità e urgenza dal governo. MIlano – Prime reazioni all’articolo di Repubblica di domenica 1 settembre che mette in evidenza la corsa contro il tempo di Open Fiber per non fallire. (la Repubblica)
Milano — Corsa contro il tempo per salvare Open Fiber (OF), la società concorrente di Fibercop (ex Tim) che dal 2016 posa la rete in fibra ottica nelle aree più disagiate del paese e posseduta al 60% dalla Cdp e al 40% dal fondo australiano Macquarie. (la Repubblica)