La Divina Commedia alla milanese è la Milano Design Week: l’abbiamo cavalcata con due Triumph della gamma 400 e un tesserino stampa nel portafoglio
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Pare che i milanesi detestino il traffico, le attese, lo stupore, l’entusiasmo. Di certo adorano, invece, quel localino che frequentano in pochi, la situazione giusta la sera. Vogliono sapere le cose prima degli altri e impazziscono per l’esclusività. Per questo la Milano Design Week è la Divina Commedia di ogni milanese di nascita o di sorte: non c’è un’altra settimana che mescoli allo stesso modo gioie e rancori sotto la Madonnina. (Mowmag.com)
La notizia riportata su altri giornali
Matilde Cassani Studio ha trasformato permanentemente gli spazi di Base Milano con un’installazione, Another Week , e Martina Rota l’ha attivata questionando corpi, forza e immagine con una performance. (domusweb.it)
Val sempre la pena chiedersi – dopo ogni FuoriSalone – cosa ci sia rimasto addosso: cosa sia riuscito a passare dagli occhi al cuore e al cervello, cosa quindi è destinato a restare con noi anche dopo la fine della sbornia di suggestioni che è la Design Week. (Interni Magazine)
Se ne sono accorti anche quanti vengono a Milano per visitare i distretti e i negozi dei grand brand italiani di arredo: il Fuorisalone era ricco, mai come questa volta, di veicoli: esposti nelle vie, al centro delle installazioni e vaganti per la città. (Corriere della Sera)
E soprattutto la Design Week, a metà aprile, con il Salone del Mobile più importante al mondo e i tanti eventi del Fuori Salone, durante i quali si confrontano tendenze, sperimentazioni e progetti su come provare ad abitare un po’ meglio i luoghi del vivere e del lavorare, nelle nostre città. (HuffPost Italia)
Anche i sassi ormai sanno che il core del Fuorisalone non è il design ma il marketing urbano. (Lucy. Sulla cultura)
La folla, la babele di lingue, le code, tali da mettere alla prova l’arte dello zen. Verrebbe voglia di affidare tutto all’intelligenza artificiale, entità sempre più al centro delle conversazioni, per fare un bel mix di ogni esperienza e cercare di dare un’identità alla design week milanese che si è chiusa ieri. (Corriere della Sera)