Hamas si dice pronto a rilasciare gli ostaggi, ma i raid israeliani su Gaza non cessano

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ESTERI

Mentre i bombardamenti israeliani continuano a colpire la Striscia di Gaza, ormai ridotta a un cumulo di macerie, Hamas ha fatto trapelare una possibile apertura: il gruppo fondamentalista sarebbe disposto a liberare tutti i prigionieri israeliani in cambio della fine della guerra e del rilascio di detenuti palestinesi. Una proposta che, seppur condizionata, riaccende flebilmente la speranza di una tregua, in un conflitto che ha già superato i 550 giorni e che coinvolge, direttamente o indirettamente, anche Libano, Siria, Iran e Yemen.

Le parole del funzionario di Hamas, che ha parlato di un "serio scambio di prigionieri", arrivano in un momento in cui la situazione umanitaria a Gaza si fa sempre più disperata. Le agenzie internazionali lanciano continui allarmi sul rischio carestia, mentre migliaia di civili, privati ormai di qualsiasi riparo, cercano scampo sotto tende di fortuna, diventate a loro volta bersaglio dei raid. Nonostante ciò, le operazioni militari israeliane non mostrano segni di rallentamento, anzi, si sono intensificate dopo la ripresa delle ostilità lo scorso mese.

Da parte sua, Israele sembra muoversi su un doppio binario: da un lato, la ferrea determinazione a proseguire l’offensiva; dall’altro, segnali più concilianti. Benjamin Netanyahu, in un colloquio con i familiari di Eitan Mor, uno degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ha lasciato intendere che il governo sta valutando un accordo per la liberazione di almeno dieci prigionieri in cambio di una tregua di 45 giorni. Un passo che, se confermato, potrebbe aprire a trattative più ampie, sebbene le distanze tra le parti rimangano abissali.