Il buio dietro Cecilia Sala: così mentre liberava la reporter l'Iran condannava a morte altri tre detenuti di Evin
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L'8 gennaio, giorno della svolta per l'Italia, la Corte Suprema di Teheran ha confermato l'esecuzione per Pakhshan Azizi, Behrouz Ehsani e Mehdi Hassani. Una lettera-appello dalle carceri contro il regime Dopo la liberazione, la gioia, l’euforia, ma pure «il senso di colpa dei fortunati». Lo ha definito così Cecilia Sala quel malsano senso di rimorso che resta appiccicato addosso dopo aver riassaporato la libertà, sacrosanta, mentre lì dietro, in quell’inferno che è il carcere di Evin restano rinchiusi in migliaia. (Open)
Se ne è parlato anche su altri media
La donna, 40 anni, laureata in assistenza sociale presso l'Università Allameh Tabataba'i di Teheran, è stata condannata a morte a giugno dopo essere stata ritenuta colpevole di "ribellione" dopo l'arresto avvenuto nell'agosto del 2023 assieme a suo padre, la sorella e il cognato. (La Stampa)