Dal Cile un inno contro la violenza di genere

PeaceLink ESTERI

Lo Stato oppressone è un maschio stupratore.». Questo è il grido che riecheggiava nella piazza di Santiago, il 25 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

E il nostro castigo. è la violenza invisibile.

Infine, come già accennato, no: la protesta non si è fermata in Cile.

Tutto questo accade ‒ accusano nel loro flash mob ‒ sotto lo sguardo di uno Stato connivente e maschilista. (PeaceLink)

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La canzone e la coreografia sono nate dopo l'inchiesta sulle violenze in Cile e sono state utilizzate anche a Parigi, Barcellona, Bogotà e in Messico, diventando un fenomeno mondiale. (Yahoo Notizie)

La Corte di appello di Bologna, nel disporre l'estradizione, aveva sottolineato che per l'ordinamento cileno l'accusa non è prescritta perché "rientra nella classificazione del crimine contro l'umanità. (La Sicilia)

'incontro. Serie C. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

L'appello a partecipare era stato lanciato sui social media e le manifestanti hanno danzato più volte dalle 19:30, ora locale, in poi. La canzone e la coreografia sono nate dopo l'inchiesta sulle violenze in Cile e sono state utilizzate anche a Parigi, Barcellona, Bogotà e in Messico, diventando un fenomeno mondiale. (Il Sole 24 ORE)

Vestite di nero, una benda sugli occhi, un fazzoletto rosso attorno al collo hanno denunciato “lo stato oppressivo” e hanno intonato slogan contro le violenze sulle donne. (askanews) – Migliaia di donne in Cile si sono riunite davanti allo stadio nazionale di Santiago per ballare sulla coreografia creata dal collettivo delle femministe cilene, diventato un inno contro la violenza contro le donne. (askanews)