La comunità egiziana difende l'aggressore di Rimini: "Dava segni di squilibrio"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Rilievi a Villa Verucchio Muhammad Sitta ha accoltellato 4 persone a caso a Villa Verucchio la sera del 31 dicembre. È stato neutralizzato dal comandante della stazione locale dei carabinieri, che ha sparato per evitare di essere a sua volta colpito dall'egiziano, che nonostante i colpi di avvertimento e l'intimazione dell'alt non si è fermato. Il maresciallo Masini lo ha colpito quando ormai Sitta si trovava a 80cm da lui, dopo aver arretrato, quando non aveva altre soluzioni per la tutela di sé e della comunità. (il Giornale)
La notizia riportata su altre testate
Acquisite le cartelle cliniche, gli investigatori vogliono chiarire chi avesse prescritto lo psicofarmaco trovato nella sua abitazione e attendono i risultati tossicologici per verificare l’eventuale assunzione di alcol, droghe o un mix di sostanze. (San Marino Rtv)
Il 64enne, con il navigatore Franco Gaioni, corre per il "R Team" con una Mitsubishi Pajero di 200 cavalli. Posso partecipare vetture che hanno già partecipato a un'edizione della Dakar prima dell'anno 2000. (Alto Adige)
Così è la ricostruzione della notte di sangue e di terrore del Capodanno a Villa Verucchio, che si snocciola parola dopo parola durante la conferenza di inizio anno nel discorso della stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. (il Resto del Carlino)
Prosegue e non si ferma, superando in pochi giorni i 35mila euro, la raccolta fondi per Luciano Masini, il comandante dei carabinieri indagato - come atto dovuto - per eccesso di legittima difesa per quanto accaduto durante la nottata di Capodanno a Villa Verucchio, in provincia di Rimini (corrieredibologna.corriere.it)
“Sono molto riconoscente e grato a tutti coloro i quali in questi giorni mi hanno dimostrato vicinanza. Grazie per tutte le manifestazioni di affetto dimostrate”, queste le parole cariche di emozione del luogotenente Luciano Masini, attraverso il suo legale Tommaso Borghesi. (infodifesa.it)
Eppure questa volta qualcosa pare essere “andato storto” e finalmente si comincia a mettere in discussione proprio il temuto “atto dovuto”, famigerata spada di Damocle che incombe ogni santo giorno sugli appartenenti alle Forze dell’Ordine e le loro famiglie. (La Pressa)