Il pianista iraniano Bahrami: “Tutto per riportare a casa Cecilia Sala, ma ogni concessione sarà usata contro di noi”
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Negoziare senza esitazioni perché «la vita di Cecilia Sala vale qualsiasi compromesso» ma nella consapevolezza che «qualsiasi concessione alla teocrazia sciita sarà usata contro di noi»: il pianista iraniano naturalizzato italiano Ramin Bahrami usa toni forti, dissonanti rispetto al tocco armonico delle dita sulla tastiera. Provocazioni e presa di ostaggi continueranno, dice, fin quando l’occiden… (La Stampa)
La notizia riportata su altri giornali
La nuova opera L’autore, come spiega a La Stampa, è tornato sul luogo dell’accaduto, non per ridisegnare la giornalista arrestata in Iran, ma per portare un quadro vuoto che non dimenticasse quanto è accaduto negli scorsi giorni: «Se un disegno può ancora far rumore vuol dire che, in fin dei conti, non tutto è perduto – sottolinea –. (La Stampa)
Così l’attivista iraniana per i diritti umani, Sara Shams, ha commentato all’Adnkronos il caso di Cecilia Sala, giornalista italiana detenuta in Iran, descrivendo il sistema oppressivo che schiaccia ogni tentativo di libertà. (Il Dubbio)
L'ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è stata ricevuta al ministero degli Esteri iraniano in merito al caso di Cecilia Sala, la giornalista che, dal 19 dicembre, si trova in isolamento nel carcere di Evin con l'accusa di aver violato le leggi islamiche. (Il Sole 24 ORE)
Quasi sempre, quando un cittadino italiano viene imprigionato all’estero, la reazione più comune della gente è “poteva starsene a casa propria”. Ci secca l’idea che debbano essere spesi dei soldi per salvare qualcuno che si è andato a ficcare in una situazione complicata; del resto sono soldi nostri (pensiero che non ci sfiora quando vengono rubati da chi governa, ad esempio). (Today.it)
Le condizioni degradanti e pericolose in cui è detenuta Cecilia nel carcere di Evin a Teheran sono persino peggiori di quelle che ho vissuto a Budapest. “Non posso fare a meno di ricordare il periodo in cui anch’io fui messa in isolamento in una prigione di un paese straniero, lontano da casa- ha scritto su X – . (Secolo d'Italia)
Già ci aveva rispettosamente indisposto quell’entrata a piedi uniti nel club delle mamme esternatrici, eccone un’altra che parla e magari rovina la tessitura diplomatica di una faccenda maledettamente delicata e complicata. (Nicola Porro)