Aleotti (Confindustria),'sull'automotive non perdere tempo'
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Sulla crisi dell'automotive "sicuramente non possiamo perdere tempo", avverte la vicepresidente di Confindustria Lucia Aleotti che, ospite di SkyTg24, ricordando in un "un settore che soffre" anche le "conseguenze occupazionali su tutto il nostro settore della componentistica". "Confindustria sta sollevando questo tema ormai da mesi. Speriamo che il nostro grido di dolore, che è stato portato anche a Bruxelles, sia finalmente ascoltato", dice, sottolineando che di fondo "c'è un errore che è stato incredibile da parte della Commissione europea che ha preso delle decisioni, ha imposto una tecnologia dominante senza rispettare l'elemento fondamentale del mercato, che esiste una domanda. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri media
La Clepa, nell’ambito di questo report che ha voluto fare chiarezza sullo stato di salute della catena di fornitura del mondo dell’auto, lancia l’allarme alla classe politica, che dovrebbe mettere le aziende nelle condizioni di effettuare una transizione tecnologica. (AlVolante)
Secondo l'associazione, dal 2020 sono andati persi circa 86.000 posti di lavoro nel settore. I settore automotive in Europa è in difficoltà e i dati di mercato degli ultimi tempi e gli allarmi delle associazioni di categoria lo dimostrano chiaramente. (HDmotori)
Nella corsa all'ecologia che sembra avere un certo vantaggio è l'elettrico che sta conquistando man mano i listini di quasi tutti i colossi automobilistici. Il mondo dell'auto è sempre più in fermento per quanto concerne la famosa ormai transizione ecologica. (Virgilio)
Condividi questa paginadi Rita Querzè 19 ottobre 2024 Il segretario generale della Fim: sono 25 mila i posti già a rischio se non si prolungano gli ammortizzatori. (Fim Cisl)
Il settore automotive rappresenta il secondo comparto industriale per consumo di acciaio , assorbendo il 18% della produzione siderurgica europea , e questo peso lo rende un mercato fondamentale per tutta la filiera. (Siderweb)
La Fiat oggi non è più la Fiat, è solo uno dei tanti marchi di Stellantis, cui è approdata sei mesi dopo la morte di Sergio Marchionne, il figlio di un carabiniere abruzzese che l’aveva salvata, sottraendosi genialmente a due dipendenze a cui i predecessori l’avevano condannata: da Gm e dalle banche, e arrivando addirittura ad acquisire la Chrysler Usa, tra gli applausi dei sindacati americani. (L'Eco di Bergamo)