Una dozzina piena di sorprese per il Premio Strega 2025, tra esclusioni a sorpresa e favoriti in bilico





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Il Premio Strega 2025 si presenta come un’edizione dagli equilibri inediti, dove le scelte della giuria hanno ribaltato pronostici e convenzioni. La dozzina di semifinalisti, annunciata tra polemiche e sorprese, ha infatti escluso autori attesi e case editrici di peso, privilegiando realtà più piccole e una narrativa lontana dai riflettori della grande distribuzione. Tra i nomi rimasti fuori, spiccano quelli di Dario Franceschini, con Aqua e tera, e Nicoletta Verna, autrice di un saggio sul fascismo che aveva suscitato dibattito.
La lista, selezionata tra gli 81 volumi proposti dagli Amici della Domenica – i 400 giurati, tra scrittori, critici e personalità culturali, che ogni anno decidono le sorti del premio –, riflette una competizione senza un favorito netto. Andrea Bajani, candidato con L’anniversario (Feltrinelli) e sostenuto da Emanuele Trevi, figura tra i possibili contendenti, così come Paolo Nori, il cui Chiudo la porta e urlo (Mondadori) è stato indicato da Giuseppe Antonelli. Elisabetta Rasy, con Perduto è questo mare (Rizzoli), e Nadia Terranova, autrice di Quello che so di te (Guanda), completano un quadro in cui nessuno può contare su un vantaggio evidente.
Melania Mazzucco, presidente del Comitato Direttivo, ha sottolineato come i temi ricorrenti nei libri selezionati – dalla memoria familiare alle fratture storiche – abbiano guidato la scelta, pur senza creare una linea coerente. «È un anno di transizione», ha osservato, evitando però di approfondire le critiche rivolte alle esclusioni. Franceschini e Verna, che pure avevano raccolto consensi preliminari, non sono riusciti a superare il vaglio, alimentando malumori tra chi vede nella selezione un eccesso di sperimentalismo.