Buoni fruttiferi postali, ma non solo: altrimenti l'inflazione mangia i risparmi

iLoveTrading ECONOMIA

Effettivamente i buoni fruttiferi postali sono un’ottima opzione per chi voglia difendere il proprio danaro dall’inflazione.

I buoni fruttiferi postali tornano di grande attualità, vediamo perché.

Ecco chi trema. Se si sottoscrive un bond italiano legato all’inflazione esso offrirà un alto interesse se l’inflazione resta alta

Ciò è assolutamente giusto visto che l’inflazione erode il potere di acquisto e bisogna, in un modo o nell’altro, correre ai ripari. (iLoveTrading)

Se ne è parlato anche su altre testate

Possibilità che esiste per i buoni cartacei e che può essere scongiurata in solo modo. In sostanza con i buoni fruttiferi non dematerializzati, non si incorre nel rischio prescrizione. (ContoCorrenteOnline.it)

Dopo 8 anni, invece, gli interessi sono di 160,07 euro (ritenuta 20,01 euro) per un totale di 6740,06 euro mentre dopo 12 anni di 323,86 euro (ritenuta di 40,86 euro) e totale di 6883,38 euro. Dopo 6 anni gli interessi sono di 79,60 euro (ritenuta 9,95 euro) totale 6669,65 mentre dopo 9 anni di 180,35 e ritenuta di 22,54 euro per un totale di 6757,81 euro. (InvestireOggi.it)

Cioè capitale integralmente restituito e maggiorato del 3% di rendimento netto (di tasse e commissioni). Può significare capitale restituito al 100% al termine dell’investimento, oppure certezza assoluta del 3% di rendimento, lordo e/o netto. (Proiezioni di Borsa)

Con i buoni fruttiferi dematerializzati, quindi, non si rischia la prescrizione Invece, i buoni fruttiferi dematerializzati conservano un vantaggio. (Consumatore.com)

In pratica 10mila euro investiti stamane sullo strumento farebbero guadagnare circa 120 euro netti per 10 anni, commissioni e inflazione a parte Trattandosi di strumenti di risparmio di medio-lungo termine, consideriamo i 5 e i 10 anni. (Proiezioni di Borsa)