E' quasi guerra a Taiwan ma, nel caso, per la Cina non sarà una passeggiata

Panorama ESTERI

Da ieri e fino a domenica la Cina svolgerà esercitazioni a fuoco intorno a Taiwan.

Naturalmente l'esercito di Taiwan ha alzato il suo livello di allerta dichiarando che i movimenti cinesi stanno tentando di minacciare porti e città chiave dell’isola.

Ciò crea una barriera difensiva naturale che costringerebbe l'Esercito popolare cinese di liberazione ad avanzare lentamente

Dunque, l’invasione rischierebbe di costare alla Cina perdite notevoli, poiché la flotta sarebbe esposta molto prima di raggiungere una posizione tale dalla quale iniziare il suo attacco alla costa taiwanese (Panorama)

Ne parlano anche altre testate

L'Esercito popolare di liberazione (Pla) ha "revocato il controllo marittimo e dello spazio aereo al largo della costa orientale dell'isola di Taiwan" con la riuscita delle manovre di lancio missilistiche che "hanno colpito con precisione tutti gli obiettivi". (La Sicilia)

E tornano alla mente le parole di Henry Kissinger che ha prfetizzato nella regione una scontro tra Pechino e Washington in grado di risvegliare le catastrofi della Prima Guerra Mondiale Insomma in questo scontro durissimo tra Washington e Pechino si inserisce anche Tokyo che potrebbe diventare presto un obiettivo della furia cinese nella regione. (Liberoquotidiano.it)

Nelle scorse ore, dopo le mobilitazioni cinesi in seguito alla visita della speaker della Camera dei rappresentanti americana Nancy Pelosi, il governo di Tokyo tramite il segretario capo di gabinetto Hirokazu Matsuno ha sollecitato «fortemente una risoluzione pacifica» della questione Cina-Taiwan tramite vie diplomatiche a Pechino. (Open)

La mossa, confermata in tarda serata dal ministero della Difesa di Taipei, è un segnale preoccupante che, in caso di imprevisti, potrebbe portare a scenari di escalation visti i rischi concreti di incidenti. (Corriere del Ticino)

"Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, la crisi e che continuano ad aumentare le tensioni", ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, commentando con toni aspri il comunicato congiunto del G7 che ieri ha chiesto a Pechino di evitare una "aggressiva attività militare" per il rischio di una "escalation non necessaria" e di "non cambiare unilateralmente lo status quo con la forza". (Tiscali Notizie)

La Cina convoca gli ambasciatori. Gli Usa cancellano un test missilistico (la Repubblica)