Retina, ottenuta in Italia la prima protesi liquida

Sky Tg24 SALUTE

I ricercatori hanno anche verificato che in seguito all’applicazione delle nanoparticelle il cervello torna a ricevere correttamente i segnali visivi.

Il funzionamento della protesi. Le nanoparticelle che compongono la protesi sono fatte di un polimero a base di carbonio in grado di assorbire la luce, impiegato anche nella realizzazione delle celle fotovoltaiche.

Sono in grado di assorbire la luce che entra nell’occhio e di convertirla in un segnale bioelettrico che stimola le cellule. (Sky Tg24 )

Su altri media

dal diametro di un centesimo rispetto a quello di un capello, che sostituiscono le cellule della retina danneggiate. E' formata da una soluzione acquosa in cui sono sospese nanoparticelle sensibili alla luce. (Rai News)

Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Nature Nanotechnology, rappresenta lo stato dell’arte nell’ambito delle protesi retiniche ed è un’evoluzione del modello di retina artificiale planare sviluppato dallo stesso team nel 2017 . (Corriere della Sera)

L’innovativo approccio sperimentale, tutto italiano, è meno invasivo e più performante di altre strategie esistenti, e potrebbe essere una valida alternativa ai metodi utilizzati fino ad oggi per ripristinare la capacità della retina di elaborare le immagini. (L'Arena)

Invece la nostra protesi liquida, dopo l’iniezione, si distribuisce uniformemente, diffondendosi su tutta la retina. Quando la malattia progredisce, si perde prima la visione periferica e poi via via anche la visione centrale. (la Repubblica)

Continua Benfenati: «Il nuovo approccio rappresenta l’evoluzione di un modello di retina artificiale che avevamo sviluppato già nel 2017. Conclude Benfenati: «Finora abbiamo ottenuto un recupero quasi totale della vista nei ratti, adesso stiamo avviando le procedure per arrivare alla sperimentazione umana». (La Stampa)

Modello sperimentale di retina liquida Author: Mattia Bramini - Credits: Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Il multidisciplinare team di ricerca ha coinvolto anche l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e il CNR di Bologna. (Euronews Italiano)