Pensioni, donne penalizzate: ecco quanto incide la maternità e il divario con gli uomini
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– Le donne restano penalizzate nelle pensioni e nel lavoro. È questa la sintesi di quello che emerge anche quest’anno dal tradizionale Rapporto Inps presentato oggi nelle sede dell’Eur alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Pensioni più basse del 35 per cento Al 31 dicembre 2023 i pensionati sono circa 16,2 milioni, di cui 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine. Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), le pensionate percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi dei maschi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
La notizia riportata su altri media
Sono alcuni contenuti nel “XXIII Rapporto annuale sulle pensioni” firmato dall’Inps. A fine dicembre in Italia si contavano circa 16,2 milioni di pensionati, di cui 7,8 milioni uomini e 8,4 milioni donne, con un importo lordo complessivo delle pensioni erogate pari a 347 miliardi di euro. (Finanza.com)
Lo scorso rapporto dell’Inps ha lanciato l’allarme: il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione, non compensati dall’immigrazione, stanno generando uno squilibrio tra contribuenti e pensionati. (Informazione Scuola)
L'espressione "exhaustion gap" trae origine dall'analisi tecnica dei mercati finanziari e delinea, come si evince dalla sua traduzione, una "discrepanza di stanchezza" che interessa le donne e gli uomini, colpendo maggiormente le prime. (Roba da Donne)
La spesa per le pensioni in Italia resta elevata, con rischi per la sostenibilità dei conti a lungo termine. (FIRSTonline)
Dal XXIII rapporto annuale presentato ieri dall’Inps emerge con chiarezza, infatti, come anche nell’assistenza previdenziale l’Italia registra un divario territoriale profondo, con un Nord dove le pensioni sono più cospicue e un Sud dove la maggior parte della spesa dell’Istituto nazionale della previdenza sociale è concentrata in servizi assistenziali o di sostegno al reddito. (Corriere della Sera)
«Nonostante l’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia sia a 67 anni, il livello più alto nell’Unione europea, l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64,2), a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro». (Gazzetta del Sud - Edizione Calabria)