Coronavirus, l’Istat: se lockdown fino a giugno consumi -9,9%

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

La caduta del valore aggiunto rispetto allo scenario in assenza di lockdown è fortemente eterogenea a livello settoriale.

Allo stato attuale chiuso il 34% delle attività produttive. «Le misure volte a limitare il contagio da COVID-19 hanno portato, nelle ultime settimane, alla progressiva chiusura, parziale o totale, di un elevato numero di attività produttive.

Non solo: in uno scenario «caratterizzato dall’estensione delle misure restrittive anche ai mesi di maggio e giugno, la riduzione dei consumi sarebbe del 9,9%, con una contrazione complessiva del valore aggiunto pari al 4,5%». (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri media

Il lockdown delle attività produttive "ha quindi amplificato le preoccupazioni e i disagi derivanti dall'emergenza sanitaria, generando un crollo della fiducia di consumatori e imprese". Le necessarie misure di contenimento del Covid-19 stanno causando uno shock generalizzato, senza precedenti storici, che coinvolge sia l'offerta sia la domanda. (Tutto Napoli)

La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo. Le necessarie misure di contenimento del COVID-19 stanno causando uno shock generalizzato, senza precedenti storici, che coinvolge sia l’offerta sia la domanda”, si legge nello studio. (Money.it)

Ma se le misure di chiusura proseguissero fino a giugno, si potrebbe avere un calo fino al 9,9%. Questo contesto ha determinato significative revisioni al ribasso delle previsioni del Pil mondiale che è atteso registrare nel 2020, senza eccezioni, una flessione", si legge. (Fanpage.it)

"Il lockdown delle attività produttive ha amplificato le preoccupazioni e i disagi derivanti dall'emergenza sanitaria, generando un crollo della fiducia di consumatori e imprese", ha rimarcato l'Istat. (Milano Finanza)

Le misure di contenimento del Covid-19 stanno causando «uno shock rilevante, generalizzato, senza precedenti storici, che coinvolge sia l'offerta sia la domanda» e l’intero sistema produttivo. Nel primo caso la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% su base annua mentre nel secondo al 9,9%. (La Stampa)

La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo. Con la chiusura fino a fine aprile, i comparti dell’alloggio e ristorazione (-11,3%) e del commercio, trasporti e logistica (-2,7%) subirebbero le contrazioni più forti. (Finanzaonline.com)