Tumori: medici e pazienti ristretti in «tempari» minimi da 20 minuti

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«Parliamo tanto di comunicazione, relazione con il paziente, accoglienza. E poi c’è un tempario di 20 minuti per la visita oncologica, assolutamente inadeguato». «Troppe volte dobbiamo trasformarci in equilibristi tra il paziente che abbiamo davanti e lo schermo del pc dove dobbiamo fare attenzione nell’inserire i dati che lo riguardano. Circostanze che si conciliano molto male con il tempo di relazione e di cura, che è necessario perché si declina sia in aderenza delle terapie sia in qualità di vita del malato sia in qualche modo sull’evoluzione della prognosi». (Il Sole 24 ORE)
Su altre fonti
Ma la verità è che quasi sempre all’oncologo non fa affatto piacere stare dietro il proprio computer anziché guardare negli occhi il proprio paziente. E né tantomeno è scocciato dal suo lavoro di medico. (Il Fatto Quotidiano)
Così se ne va il 41% del tempo degli oncologi italiani, sempre più assorbiti da attività amministrative e sempre meno liberi di dedicarsi a ciò che conta davvero: la comunicazione con i pazienti. (Corriere della Sera)

Il peso della burocrazia che grava ogni giorno sui medici genera inefficienze e costi evitabili. (Tiscali Notizie)