Il caso dei profughi positivi di Treviso

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Il caso migranti a Treviso continua a tenere banco: secondo l’ultimo aggiornamento sono ben 133 le nuove positività al Covid riscontrate all’interno della Caserma Serena, che rappresenta il più grande centro migranti dell’area trevigiana.

Ma, in realtà, i migranti di Treviso positivi al Covid nulla c’entrano con gli ultimi arrivi in Italia.

Dunque, sebbene anche Luigi Di Maio parli di emergenza nazionale in relazione agli ultimi sbarchi in Italia, i casi di Treviso non sono riconducibili a questi eventi. (Yahoo Notizie)

Ne parlano anche altri media

nel CENTRO di ACCOGLIENZA di una città del NORD, infuriano le POLEMICHE. Ci troviamo a Treviso, presso la ex Caserma Serena di Casier, dove nel Centro di Accoglienza sono stati registrati, grazie ai tamponi di massa, 133 positivi al coronavirus. (iL Meteo)

Alcuni migranti non hanno accettato la quarantena obbligatoria imposta dall'Usl per evitare la diffusione del contagio. Per Zaia «resta sottinteso che strutture come l»ex caserma Serena e altre che ha il Veneto devono essere dismesse. (La Tribuna di Treviso)

Come ha spiegato l’azienda sanitaria, sette casi sono legati ad un cluster già esistente, nell’area dell’ex Ulss 8: si tratta di contagi avvenuti sia sul lavoro che in ambito familiare. Rispetto a ieri, quando 133 ospiti dell’ex Caserma Serena erano risultati positivi al tampone, oggi nel trevigiano si registrano “solo” 13 nuovi casi. (Oggi Treviso)

«Vogliamo raccontare ai visitatori le chiese cittadine con il loro patrimonio artistico – ha aggiunto – intrecciato come è alla storia e alla fede. Più avanti si aggiungeranno Santa Maria Maggiore e Santa Maria Maddalena, con i suoi Paolo Veronese. (La Tribuna di Treviso)

Ad oggi, infatti, sono esattamente 770 i richiedenti asilo ospitati nelle strutture della provincia, tra l'ex caserma Serena di Treviso, l'ex caserma Zanusso di Oderzo e altri centri più piccoli. Maxi focolaio nella caserma dei migranti, Zaia: «Un gran pasticcio, va trattato da zona rossa». (Il Gazzettino)

Non c'è alcun collegamento tra gli sbarchi delle ultime settimane a Lampedusa e questo nuovo focolaio di coronavirus: sono persone straniere in Italia da anni, che hanno contratto il virus qui da noi. (Today.it)