Faida di Miano: duplice omicidio riaccende la guerra tra clan a Napoli





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La faida di camorra che da anni insanguina la zona nord di Napoli, tra Miano, Piscinola e Secondigliano, ha registrato un nuovo capitolo di violenza con il duplice omicidio avvenuto in via Janfolla. Francesco Abenante, 34 anni, e Salvatore Avolio, 32, sono stati uccisi in un agguato a colpi di arma da fuoco poco dopo le 18 di ieri, in quello che appare come l’ennesimo episodio di una guerra fratricida tra i reduci del clan Lo Russo e le cosche rivali di Chiaiano e Secondigliano.
Abenante, noto come “Franchelotto”, era stato arrestato lo scorso giugno in un maxi blitz che aveva portato alla cattura di 26 presunti affiliati ai Lo Russo, accusati di reati che spaziavano dall’associazione mafiosa agli omicidi, dalle estorsioni al traffico di droga. La sua figura, legata a doppio filo alle dinamiche della faida, era emersa in particolare dopo gli omicidi di Salvatore Milano, detto “Totore ‘o Milan”, e di Antonio Avolio, quest’ultimo stretto congiunto di Salvatore Avolio, una delle vittime di ieri.
Salvatore Avolio, infatti, apparteneva a una famiglia già segnata dalla violenza camorristica: quattro anni fa, un suo parente era stato assassinato in circostanze analoghe, in un agguato che aveva riacceso gli scontri tra fazioni rivali. I due uomini uccisi ieri erano ritenuti organici al clan Pecorelli, un gruppo scissionista nato dalle ceneri dei Lo Russo, e la loro eliminazione sembra rispondere a una logica di ritorsione e di controllo territoriale.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia Upg, del commissariato di Scampia e della Squadra Mobile, che hanno avviato le indagini per ricostruire le dinamiche dell’agguato. Abenante è morto sul colpo, mentre Avolio, gravemente ferito, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale Cardarelli, dove è deceduto poco dopo.
La zona di via Janfolla, al confine tra Miano e Piscinola, è da tempo teatro di scontri tra clan, con episodi di violenza che si susseguono senza soluzione di continuità. La faida, che ha origini lontane, si è intensificata negli ultimi anni, con omicidi, sparatorie e attentati che hanno ridisegnato gli equilibri criminali dell’area.
Quello di ieri non è un episodio isolato, ma l’ultimo anello di una catena di sangue che sembra non avere fine. Le indagini, già avviate, cercheranno di fare luce sui mandanti e sugli esecutori materiali, ma la storia recente dimostra come ogni omicidio apra la strada a nuove vendette, in un circolo vizioso che alimenta la spirale di violenza.