Ruby ter, la prova che i pm perseguitano Berlusconi

Nicola Porro INTERNO

Il processo cosiddetto Ruby ter ce ne dà una plastica esemplificazione.

Lo potremmo chiamare “partenogenesi”, mutuando un termine dalla medicina, il che in tempo di biopolitica (qualcuno ha parlato anche di biodiritto) fa sempre chic.

Oppure, spostandoci sul terreno economico, lo potremmo definire, questa volta parafrasando Piero Sraffa, “produzione di processi attraverso processi”.

Un errore gravissimo, e orse irrimediabile: chi è causa del suo mal, pianga se stesso… Uno scatto d’orgoglio è ancora possibile?

Anzi un processo, quello appunto alle cosiddette “cene galanti” organizzate da Silvio Berlusconi, che si trascina ormai stancamente da anni e anni. (Nicola Porro)

Ne parlano anche altri media

Quanti processi, udienze, faldoni hanno raccontato le cosiddette cene eleganti di Silvio Berlusconi? (la Repubblica)

Processo Ruby ter, il pm chiede 28 condanne. e divisioni nel M5s e le accuse dei pm a Berlusconi nel processo Ruby ter. (Yahoo Eurosport IT)

Una condanna a 6 anni per Silvio Berlusconi e a 5 per Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori. Corruzione in atti giudiziari: questo il reato contestato, per aver […] (Il Fatto Quotidiano)

Uno "stipendio" mensile di 2500 euro e una casa, per il pm Gaglio, sarebbe stata la ricompensa. I magistrati hanno chiesto rispettivamente condanne a 5 anni e 6 anni e 6 mesi e confische di 5 e 3 milioni di euro (Corriere dell'Umbria)

Viene loro lasciata un’opzione: la morte o il bunga bunga. Non esiste in questa storia, se non sulla bocca dei pubblici accusatori e dei giornalisti più fanatici, un delitto definito “serate di Arcore” o “bunga bunga”, termine diventato addirittura di rilievo internazionale. (Il Riformista)

Cosi, ieri a Milano, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il sostituto Luca Gaglio hanno tratteggiato l'identikit di Roberta Bonasia, ex infermiera dell'AslTo5 di Moncalieri/Nichelino diventata negli anni a cavallo tra il 2012 e il 2013 assidua frequentatrice delle serate di Arcore, appellata da alcuni imputati come «la fidanzata del premier». (La Stampa)