Trump valuta il rinvio dei dazi sulle auto, ma l’incertezza pesa sul settore

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ECONOMIA

Mentre l’industria automobilistica cerca di districarsi nel labirinto delle tariffe doganali imposte da Donald Trump, il presidente americano ha lasciato trapelare la possibilità di una tregua temporanea. Le sue dichiarazioni, rilasciate ai giornalisti martedì, hanno acceso gli animi dei mercati: "Non cambio idea, sono flessibile", ha detto, lasciando intendere che i dazi del 25% su auto e componenti potrebbero essere sospesi, almeno parzialmente e per un periodo limitato. Un segnale che ha immediatamente rilanciato i titoli del settore, da Wall Street all’Europa, con Stellantis in testa a Piazza Affari.

L’annuncio arriva dopo mesi di tensioni commerciali, durante i quali Trump ha giustificato i dazi – applicati a febbraio su Messico, Canada e Cina – come risposta all’arrivo di migranti e fentanyl negli Stati Uniti. Ora, però, sembra aprirsi uno spiraglio. "Sto valutando qualcosa per aiutare alcune aziende automobilistiche", ha precisato il tycoon, riferendosi alle case costruttrici che necessitano di tempo per riorganizzare le catene di approvvigionamento e localizzare la produzione sul suolo americano. Un’eventuale esenzione temporanea, dunque, avrebbe lo scopo di agevolare la transizione, mitigando l’impatto sui costi di componenti come portiere, motori e sistemi audio, che rischiano di lievitare.

La mossa, se confermata, potrebbe alleviare le pressioni su un settore già diviso in "blocchi industriali" dalla guerra commerciale. Ma l’incertezza regna sovrana: Trump, noto per i suoi repentini cambi di rotta, non ha fornito dettagli concreti né tempistiche precise. Intanto, le aziende continuano a navigare a vista, consapevoli che ogni ritardo o accelerazione nella decisione potrebbe tradursi in milioni di dollari di maggiori spese o, al contrario, in un respiro di sollievo per bilanci già sotto stress.