Il caso Telegram e l'eterno dilemma: con più controlli, ci sentiremmo davvero più sicuri?

Il caso Telegram e l'eterno dilemma: con più controlli, ci sentiremmo davvero più sicuri?
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Vanity Fair Italia ESTERI

Questo articolo su Telegram è pubblicato sul numero 37 di Vanity Fair in edicola fino al 10 settembre 2024. Lo scorso 24 agosto, alle 20, Pavel Durov è stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget, a Parigi, appena sceso dal suo jet privato. A fermarlo, la gendarmeria aeroportuale su mandato della magistratura francese. Durov, nato 40 anni fa a Leningrado (ora San Pietroburgo), stava rientrando dall’Azerbaijan, ed è l’informatico fondatore di una delle app più scaricate al mondo: Telegram. (Vanity Fair Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Per il 39enne imprenditore russo "utilizzare le leggi dell'era pre-smartphone per accusare un amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un approccio fuorviante". (Italia Oggi)

Il miliardario russo ha ribadito che Telegram non rappresenta un «paradiso anarchico» come alcuni media lo descrivono. Dopo l'indagine, Durov ha voluto precisare che le autorità avrebbero potuto usare la «linea diretta» messa a disposizione per contattare l'azienda, anziché optare per un arresto, che ha definito «fuorviante». (Il Dubbio)

La funzione “Persone Vicine” di Telegram è scomparsa in alcune regioni dopo l’arresto di Durov Redazione RHC : 2 Settembre 2024 22:22 (Red Hot Cyber)

Durov, ma conciliante: «Giudicare me e Telegram con leggi pre-smartphone è sbagliato»

«Siamo pronti a lasciare questo Paese (la Francia, nda.)», dice Durov – scrivendo naturalmente sul suo canale Telegram, in tutta libertà e senza nessuna censura al suo free speech – e annuncia la disponibilità di Telegram a lasciare la Francia. (La Stampa)

Per la prima volta anche questo mercato ha confini e norme che da un lato evitano rischi per i cittadini, dall’altro a garantiscono una concorrenza leale e senza posizioni di potere che tendano a scoraggiarla. (Corriere della Sera)

È anche sotto stretto controllo giudiziario, soggetto a una cauzione di cinque milioni di euro e a presentarsi a una stazione di polizia due volte alla settimana. Contro il miliardario è stata aperta anche una seconda inchiesta per «gravi violenze» commesse a Parigi contro uno dei suoi figli, nato nel 2017. (Corriere del Ticino)