Il terrore non è sconfitto. Siamo ancora tutti bersagli dell’estremismo

Il terrore non è sconfitto. Siamo ancora tutti bersagli dell’estremismo
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

Forse è proprio vero. Anzi, forse lo è sempre di più: “Siamo tutti Charlie Hebdo”, si gridava nelle piazze di Parigi dopo la strage islamica (pardon, islamista) al giornale satirico che aveva preso in giro Maometto. Solidarietà, fermezza, tenuta collettiva di fronte al terrorismo. Giusto. In realtà, guardando la Francia, ma non solo, 10 anni dopo quella tragedia, possiamo dire che eravamo e siamo tutti Charlie Hebdo. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Su altri media

O almeno si sforzano di esserlo. E domani usciranno in edicola con un numero speciale di 32 pagine. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

''Non hanno ucciso Charlie Hebdo''. Leggi tutta la notizia (Virgilio)

Il 7 gennaio del 2015, i fratelli Cherif e Said Kouachi, francesi di origine algerina, fecero irruzione nella sede della rivista satirica armati di fucili AK-47, al grido di «Allah Akbar» e spararono su giornalisti e disegnatori. (Gazzetta del Sud)

Dal massacro di Charlie Hebdo agli attentati di Capodanno, il fanatismo non si è mai fermato

Il 7 gennaio Parigi rende omaggio alle 12 vittime dell'attacco jihadista alla sede del settimanale satirico francese. Così la giornalista franco marocchina collaboratrice della rivista ricostruiva l'eccidio su Left (left)

Articolo di François-Marie Arouet DONA ORA (Aduc)

Eppure paiono ieri quei concitati minuti del 7 gennaio 2015, quando due uomini armati di kalashnikov – i fratelli franco-algerini Chérif e Saïd Kouachi, – fecero irruzione nella redazione di Charlie Hebdo, a Parigi, falciando dodici vite e creando il panico in tutta la Francia nelle ore successive. (Secolo d'Italia)