Guarda Squid Game in Corea del Nord: condannato a morte

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Ma dopo aver venduto copie a diverse persone, inclusi altri studenti, è stato colto di sorpresa dai servizi di sorveglianza del paese.

I funzionari stanno ora effettuando ricerche nella scuola degli studenti per trovare altri media stranieri.

La Corea del Nord ha un rigoroso divieto di ingresso nel paese di materiale proveniente dall’Occidente e dalla Corea del Sud.

Uno studente in Corea del Nord è stato condannato a morte per aver contrabbandato una copia di Squid Game nel paese. (LaScimmiaPensa.com)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La notizia è apparsa su diversi media americani tra cui Radio Free Asia. La legge in materia prevede la condanna massima alla pena di morte per la visualizzazione, l’archiviazione o la distribuzione di tali materiali (L'HuffPost)

Secondo quanto riportato dal tabloid inglese, gli arresti sarebbero avvenuti nella provincia settentrionale di Hamgyong, al confine con la Cina. Secondo quanto riferito dal Daily Mail alla sua esecuzione si sommano l’ergastolo per chi aveva acquistato la copia, e i 5 anni di lavori forzati dei sei giovani che l’hanno guardata. (Il Primato Nazionale)

«È cominciato tutto la scorsa settimana», ha detto a Radio Free Asia una fonte vicina alle forze dell’ordine della provincia di Nord Hamgyong, «quando uno studente ha comprato una di queste chiavette Usb e ha poi guardato la serie a scuola, in classe, assieme ai suoi amici». (Rivista Studio)

È stato scoperto dopo che le autorità hanno sorpreso alcuni studenti a guardare Squid game. Il provvedimento ha principalmente lo scopo di impedire la diffusione di contenuti prodotti dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti (L'Arena)

È stato scoperto dopo che le autorità hanno sorpreso alcuni studenti a guardare Squid game. Si tratta di uno studente che ha portato la serie trasmessa da Netflix dalla Cina dopo averla caricata su una chiavetta USB. (Il Giornale di Vicenza)

la sua patria, la Corea del Nord, lo condanna a morte. La legge, promulgata l'anno scorso, prevede la morte come pena massima per la visione, la conservazione o la distribuzione di media provenienti da paesi capitalisti, in particolare dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti (La Stampa)