Whatsapp e Meta AI, l'assistente che (forse) ricorderà tutto di noi

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L'ultima novità di Whatsapp, che ha fatto discutere negli ultimi giorni, è l'introduzione di Meta AI, il chatbot basato sull'intelligenza artificiale che compare ormai in modo permanente nell'app, con un pulsante dedicato che non può essere rimosso. Una scelta, questa, che ha già attirato l'attenzione delle autorità europee, preoccupate per la trasparenza e il rispetto delle norme sulla privacy.

Meta AI, come spiegato da Mark Zuckerberg in un recente post, è progettato per migliorare l'esperienza degli utenti, offrendo risposte a domande pratiche, aiutando nella creazione di contenuti e semplificando attività quotidiane. Si tratta di un passo significativo nella diffusione dell'AI generativa, che ora raggiunge anche chi non è esperto di tecnologia, grazie alla capillarità di app come Whatsapp, Instagram e Facebook.

L'implementazione in Europa, però, non è stata priva di polemiche. Molti utenti hanno segnalato confusione riguardo al funzionamento del chatbot, rappresentato da un cerchio colorato nella barra di ricerca, senza alcuna spiegazione immediata su come utilizzarlo o disattivarlo. La mancanza di chiarezza ha spinto l'Unione Europea a valutare se l'integrazione di Meta AI rispetti le disposizioni dell'EU AI Act e le normative sulla protezione dei dati, in particolare per quanto riguarda il consenso informato.

Intanto, mentre le autorità indagano, Meta sembra avere già in programma ulteriori sviluppi per il chatbot, tra cui la possibilità di "ricordare" le preferenze degli utenti, personalizzando così ulteriormente le interazioni. Una funzionalità che, se da un lato potrebbe rendere lo strumento più utile, dall'altro solleva inevitabili interrogativi sulla gestione e la conservazione delle informazioni personali.