Mattarella promulga la legge per le vittime del Morandi, ma avverte: "Così non va"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato la legge che introduce benefici per le vittime di eventi dannosi derivanti dal crollo di infrastrutture stradali o autostradali di rilevo nazionale, ma lo ha fatto con riserve sostanziali. In una lettera indirizzata ai presidenti delle Camere e del Consiglio, il capo dello Stato ha sottolineato come il testo presenti "profili di incostituzionalità", pur riconoscendo nella decisione parlamentare "una significativa manifestazione di solidarietà" verso chi ha subito lutti e sofferenze.

La norma, nata in seguito al crollo del ponte Morandi del 14 agosto 2018 – tragedia che costò la vita a 43 persone – è stata approvata all’unanimità dopo un iter durato quattro anni e tre governi. Tuttavia, Mattarella ne critica l’impostazione, evidenziando sei punti critici. Il primo riguarda la definizione stessa di infrastrutture di "rilievo nazionale", giudicata troppo vaga e potenzialmente discriminatoria. Secondo il Quirinale, limitare i benefici a queste sole opere violerebbe il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione, escludendo casi analoghi verificatisi su strade non classificate come tali.

Non è tutto. Il presidente contesta anche l’assenza di un criterio temporale chiaro, che rischierebbe di generare disparità tra vittime di eventi simili ma avvenuti in momenti diversi. Senza dimenticare il nodo delle unioni civili, rimaste escluse dai benefici nonostante la Corte costituzionale abbia più volte ribadito la parità di trattamento tra coppie eterosessuali e omosessuali.