Beko Europe firma l'accordo: 300 milioni di investimenti e 1.284 esuberi, Siena chiude





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Dopo mesi di trattative serrate, Beko Europe ha siglato l’accordo definitivo con il governo, le regioni e le parti sociali, un passaggio cruciale che ridisegna la strategia industriale della multinazionale in Italia. L’intesa, firmata a Roma nella serata di ieri, prevede un piano da 300 milioni di euro – di cui un terzo destinato alla ricerca e sviluppo – ma conferma anche la chiusura dello stabilimento di Siena entro la fine del 2025, con 1.284 esuberi complessivi.
"L’Italia resta un pilastro strategico", ha dichiarato il presidente di Beko Europe, sottolineando come gli investimenti saranno concentrati su tre poli europei, con un’attenzione particolare al made in Italy. Oltre al potenziamento dei centri di R&D, i fondi saranno indirizzati verso l’efficienza energetica degli stabilimenti, l’ammodernamento dei processi produttivi e il rilancio delle gamme di prodotti, puntando sulle fasce medio-alte e alte, più remunerative. Per lo storico sito senese, intanto, si apre la fase della reindustrializzazione, mentre per i dipendenti coinvolti negli esuberi sono previsti incentivi all’esodo e misure di sostegno.
"Un accordo che definiamo storico", ha commentato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil, ricordando come l’intesa sia stata approvata dall’88% delle assemblee dei lavoratori. "È il risultato di una lotta che ha garantito non solo tutele, ma anche il futuro di un settore chiave come l’elettrodomestico". Quello di Beko, d’altronde, è un dossier complesso, ereditato dalle gestioni precedenti – prima Merloni, poi Whirlpool – e oggi al centro di una riconversione che mira a consolidare la competitività degli impianti italiani.