Allarme epidemie, l’aviaria torna a diffondersi in Italia: emergenza negli allevamenti intensivi

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L’Italia è il primo Paese europeo per numero di volatili domestici infetti, secondo solo alla Germania se si considerano anche le specie selvatiche.

Allevamenti intensivi un ambiente ideale per i virus. Quando numerosi individui geneticamente molto simili sono costretti a vivere a stretto contatto tra loro si crea una condizione ideale per la diffusione delle epidemie, ed è proprio la situazione che troviamo negli allevamenti intensivi di tutto il mondo. (Tiscali.it)

Ne parlano anche altri giornali

L’unità di crisi ministeriale nei giorni scorsi ha dato il via libera agli interventi nelle zone polesane. Dopo settimane difficili, la diffusione dei focolai di influenza aviaria sembra rallentare. (Informatore Agrario)

“La situazione è molto delicata”, si limita a dire prima di rimbalzare la questione al servizio veterinario dell’Ulss. Ora, però, bisognerà capire come il virus sia riuscito a penetrare all’interno dell’allevamento. (La voce di Rovigo)

“Anche le doppiette diano il proprio contributo per fronteggiare l’emergenza aviaria da H5N1 e H5: dobbiamo ridurre i rischi sanitari e il danno economico. Per questo chiediamo lo stop immediato alla caccia di tutte le specie di uccelli e all’immissione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento per fini venatori”. (RovigoInDiretta.it)

Influenza aviaria: Aia ricorre alla cassa integrazione. A causa dell’influenza aviaria anche un colosso come Aia ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione. A distanza di una sola settimana, un altro allevamento di tacchini è stato contagiato dall’influenza aviaria interessando 11mila tacchini. (Prima Milano Ovest)

Quando numerosi individui geneticamente molto simili sono costretti a vivere a stretto contatto tra loro si crea una condizione ideale per la diffusione delle epidemie, ed è proprio la situazione che troviamo negli allevamenti intensivi di tutto il mondo. (Greenpeace)

Lo stabilimento situato a Santa Maria di Zevio (dopo gli stabilimenti di San Martino Buon Albergo e Nogarole Rocca) ha deciso di ricorrere a questa misura fino al 31 marzo. I sindacati hanno chiesto un tavolo in Regione per adottare un ammortizzatore sociale per i lavoratori a tempo determinato (Verona News)