Rischio climatico: 73.000 imprese sono più esposte, ma 1 su 5 potrebbe investire nella transizione
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Sono 73.000, secondo un’analisi Cerved, le imprese più esposte al rischio climatico in Italia, in particolare nell’oil&gas (sia estrazione e produzione che raffinazione e commercio), nella produzione di energia, nei settori del cemento, del ferro e acciaio, dei materiali da costruzione, nell’agricoltura. Seguono l’automotive, la chimica, il sistema moda, i trasporti e la logistica. Si tratta di aziende che già presentano debiti per 207 miliardi di euro e che per decarbonizzarsi e raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette al 2050 dovranno sostenere investimenti aggiuntivi per 226 miliardi di euro. (Forbes Italia)
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Ben 73mila imprese in Italia sono fortemente esposte al rischio climatico in Italia. Lo rileva una recente indagine di Cerved , realizzata sulla base di dati del 2023 relativi a circa 750mila aziende. Il settore oil&gas è quello che risulta maggiormente esposto al rischio climatico, seguito da produzione di energia, cemento, ferro e acciaio, materiali da costruzione e agricoltura (Insurance Trade)
Carlo Purassanta, Presidente Esecutivo di Cerved, ha dichiarato: "In un contesto globale segnato dal crescente rischio climatico, le aziende sono chiamate ad affrontare sfide senza precedenti. Per raggiungere l'obiettivo del net zero entro il 2050, e sostenere gli ingenti investimenti in tecnologie a basse emissioni, sono necessarie strategia e pianificazione. (Business Community)
Queste aziende, che già detengono debiti per un totale di 207 miliardi di euro, dovranno affrontare investimenti aggiuntivi di 226 miliardi di euro per decarbonizzarsi e raggiungere l'obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050. (LA STAMPA Finanza)
I disastri naturali sono sempre più frequenti e sempre più devastanti, come vediamo in questi giorni con il rogo di Los Angeles e poco prima con l’alluvione a Valencia. (Vaielettrico.it)