“Ci sono centinaia di corpi nelle strade, stanno uccidendo tutti”: le testimonianze dalla Siria nel caos

“Ci sono centinaia di corpi nelle strade, stanno uccidendo tutti”: le testimonianze dalla Siria nel caos
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Fanpage.it ESTERI

“Mio zio è rimasto per più di un giorno in mezzo alla strada senza vita, le milizie non hanno concesso alla mia famiglia neanche di recuperarne il corpo dopo averlo trucidato”, racconta al telefono con Fanpage.it Ahmed H., giovane alawita di cui per ragioni di sicurezza manterremo nascosto il nome vero, mentre cerca disperatamente un modo sicuro per far evacuare la sua famiglia da Latakia, nella costa siriana. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altri media

Nei primi tre mesi dopo la caduta del regime di Assad, il neo presidente Ahmad Al-Sharaa è riuscito a mantenere una relativa stabilità. Il suo governo si è concentrato sulla prevenzione degli omicidi punitivi e sul tentativo di evitare che il paese precipiti nelle rappresaglie. (il manifesto)

Capuzzi: «Violenza in Siria, l’unico modo per evitarla è assicurare giustizia» (Diocesi di MIlano)

Leggi tutta la notizia Dal 6 marzo, la violenza in Siria ha raggiunto livelli allarmanti, con un massacro mirato contro la popolazione alawita nelle regioni costiere. (Virgilio)

Le tensioni interne dividono il "nuovo Stato" siriano

Sono 1.225, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Aumenta ancora il numero di civili alawiti uccisi in Siria, tra cui donne e bambini, nei massacri compiuti dalle milizie sunnite governative e da bande di jihadisti, anche stranieri. (il manifesto)

La stima approssimativa è uscita dal meeting tenutosi ieri a Tripoli tra autorità locali, esercito libanese e Alto Commissariato Onu per i rifugiati dopo i massacri a danno del gruppo etnico-religioso alawita nell’ovest della Siria, comunità da cui proviene il deposto Bashar al Assad. (il manifesto)

Con queste parole Zeidoun Zoubi, ricercatore e analista siriano, a metà febbraio avvertiva Damasco della necessità che il “nuovo Stato” intervenisse quanto prima per … “Gli alawiti non hanno né un protettore straniero né la profondità finanziaria della comunità della diaspora. (Limes)