Matteo Cecconi suicida, il veleno bevuto in chat e l'ultimo messaggio ai genitori

Corriere della Sera INTERNO

Il veleno Alle 9.53 Matteo digita un nuovo messaggio: quella roba «ha un gusto orribile».

C’è un ragazzo morente dall’altra parte dello schermo e della chat, ma niente: le emozioni e la pietà non passano

Gli spettatori, chiamiamoli così, aspettano che il veleno agisca, che tutto sia compiuto, che sullo schermo non compaia più nulla, segno che Matteo non c’è più.

Si chiamava Matteo Cecconi, quel ragazzo. (Corriere della Sera)

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E la mattina in cui ha deciso di ingerire il veleno era collegato in chat con una decina di altri ragazzi, che l’hanno sostenuto nella sua scelta”. Dubbi che attanagliano il padre, Alessandro, il quale al Corriere del Veneto ha raccontato: “Matteo si era iscritto a quel sito il 12 aprile, due settimane prima di togliersi la vita. (L'Occhio)

Uno di loro, un ragazzo di Bassano del Grappa, Matteo Cecconi, alla fine di aprile si è tolto la vita ingerendo del veleno durante una pausa della didattica a distanza. Il sito in questione si chiama "Sanctioned suicide" e nei giorni scorsi è finito nel mirino della Procura romana, durante l'indagine sulla morte di due ragazzi laziali. (VicenzaToday)

Con queste parole Matteo Cecconi, il giovane studente morto suicida a 18 anni lo scorso 26 aprile, ha dato l'addio alla mamma e al papà, prima di togliersi la vita con il salnitro di sodio durante una lezione in Dad. (leggo.it)

Era diventato maggiorenne l’8 marzo scorso Matteo, figlio di un educatore e di una insegnante, studente del quarto anno all’istituto tecnico industriale Fermi di Bassano del Grappa. Tre minuti dopo Matteo digita che quella roba che ha ingoiato “ha un gusto orribile”, poi il silenzio che annuncia la fine di una giovanissima vita. (Aleteia IT)

Nella lettera d’addio che ha lasciato ai genitori, Matteo scrive: «Non datevi colpe che non avete, ho dissimulato molto bene». Perché lo studente si è tolto la vita una mattina, in camera sua, mentre seguiva le lezioni con la Didattica a distanza. (Corriere della Sera)

Proprio come lo studente bassanese, i due ragazzi aveva acquistato su un sito Internet il nitrito di sodio e proprio come lui erano entrati nella community E’ l’accusa che lancia dalle pagine dei giornali locali Alessandro Cecconi, il padre di Matteo Cecconi. (Blitz quotidiano)