Trump, il «maestro dell'accordo» alla prova dello zar: adulazione, minacce e il rischio di troppi bluff

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Corriere della Sera ESTERI

Donald Trump ha descritto la geopolitica come una partita a carte. I russi hanno conquistato il 20% dell’Ucraina, quindi «hanno le carte». Zelensky no. «Non sei in una buona posizione, non hai le carte. Con noi cominci ad avere le carte», gli ha detto nel famoso scontro dello Studio Ovale. L’America, ovviamente, dal punto di vista di Trump ha sempre le carte. Se l’America non vince sempre, secondo Trump è a causa della stupidità dei suoi predecessori e del fatto che il mondo si approfitta di lei. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Le sue analisi sono apparse anche su Financial … Lo dice Philipp Ivanov, ex diplomatico e funzionario del dipartimento degli Affari esteri del governo australiano, fondatore del Geopolitical Risks and Strategy Practice e direttore della Foundation for Australian Studies in China. (Il Fatto Quotidiano)

Alcuni anni fa un articolo di Time – “Wanted people Renaissance” (‘Cerchiamo gente del Rinascimento’) – descriveva un’America che guardava alla storia e alla cultura dell’Europa: l’avvento dirompente della tecnologia negli stili di vita e nel modo di pensare suggeriva una riscoperta delle radici profonde della civiltà ereditata dal vecchio continente che Umanesimo e Rinascimento avevano ben rappresentato esprimendo valori universali. (Quotidiano del Sud)

Sebbene tutto possa essere smentito, ribaltato o trasfigurato in pochi giorni, si possono isolare dei segnali per farsi un’idea di quanto stia accadendo in Europa nel tempo della più spregiudicata improvvisazione. (il manifesto)

Parecchi e autorevoli commentatori, e non solo appartenenti alla sinistra, si augurano di tutto cuore che i progetti di Donald Trump falliscano. Si tratta in ogni caso di intellettuali e giornalisti molto critici nei confronti degli Stati Uniti e piuttosto teneri, invece, con potenze totalitarie come Russia e Cina. (Nicola Porro)

Con dazi e dossier ucraino, gli Stati Uniti dimostrano di volersi sganciare dagli impegni in Europa, ma soprattutto che Bruxelles non è ancora pronta ad andare da sola (il Giornale)

Chi sono i Maga boys (o “maghist”, contrazione di Maga purist) stile Steve Bannon? In sintesi, sono coloro che credono nel miracolo del melting pot sotto l’egida secolare della bandiera stars & stripes, in ragione della quale si richiama all’inedita alleanza tra la vecchia working class bianca dei forgotten people, e quella multirazziale dei nuovi lavoratori immigrati regolari. (L'Opinione)