Quei ragazzi sospesi tra desideri e realtà nelle famiglie senza più parole: ecco cosa ci dice la strage di Paderno Dugnano
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La ferocia del giovane famiglicida di Paderno non può essere separata dal candore della sua autogiustificazione: volevo separarmi da loro, volevo non subire più l’oppressione della mia famiglia. In gioco è il grande tema dell’adolescenza: trovare la propria libertà svincolandosi dalle catene dei legami primari. Ma ciò che in questo caso trasforma in un dramma questa legittima esigenza che ogni ad… (la Repubblica)
Ne parlano anche altri giornali
Quello che ci colpisce di queste tragedie è che sentiamo che sono famiglie che non sono in un disagio socio-economico o culturale particolare. Non c’erano segnali. C’è un tema legato a un dolore che resta muto e quando diventa azione è azione violenta. (Radio Deejay)
Il ragazzo di Paderno Dugnano continua a ripetere a chi lo incontra lo stesso stupore per il gesto che ha compiuto: “Vivevo questo disagio, un’angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a uccidere, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo”. (Tuttoscuola)
Attende l'interrogatorio del gip per i minorenni, chiuso nel centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria di Milano, il 17enne che nella notte tra sabato e domenica scorsa nella casa di famiglia a Paderno Dugnano, nel Milanese, ha ucciso a coltellate il padre, la madre e il fratello di 12 anni. (Il Messaggero Veneto)
Don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, incontra il 17enne che domenica notte ha ucciso il papà Fabio, la mamma Daniela e il fratellino Lorenzo di 12 anni con 68 coltellate poco dopo le 19 di ieri. (Corriere Milano)