Confindustria: come attenuare l'effetto-rincari delle commodity

Federvini ECONOMIA

Di recente, negli ultimi mesi del 2021, si è aggiunta l’impennata del gas naturale in Europa, che oggi è la commodity che mostra di gran lunga il maggior rincaro (+723%).

A questi rincari si è sommato lo scorso anno il balzo del costo dei trasporti marittimi, anche questo piuttosto persistente.

L'aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, iniziato dagli ultimi mesi del 2020, è ampio e diffuso. (Federvini)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ciò avviene, o dovrebbe avvenire, perché ogni impianto di generazione di energia elettrica possiede un suo coefficiente di emissione di CO 2 per ogni kilowattora prodotto. La stessa Arera, poi, parlava degli aumenti dei “permessi di emissioni di Co 2 ” come concausa dell’aumento delle bollette. (Valigia Blu)

Un provvedimento del genere avrebbe senso se e solo se tutti gli attori della filiera energetica accettassero dei limiti ai propri guadagni. Urge velocizzare la svolta energetica (non si può più parlare di transizione) verso la generazione distribuita e rinnovabile” scrive Italia Solare. (Il Fatto Quotidiano)

L’efficienza è il rapporto tra l’energia prodotta e quella che serve per produrla. Efficienza energetica che è ben diversa dal risparmio energetico (ovvero le attenzioni a non sprecare energia in casa così come nell’industria, nel terziario etc etc). (Il Riformista)

Se rischio c’è, c’è anche per le centrali che producono energia nucleare in Francia, Svizzera, Germania, Slovenia Peccato che l’Italia sia circondata da centrali nucleari. (L'Adige di Verona)

Ciò mi induce a rafforzare la proposta su un investimento ormai indispensabile per la Repubblica, quello sulla produzione da energie rinnovabili. 30 milioni di euro sono una cifra considerevole per le nostre finanze, sicuramente rappresentano l’aumento di spesa più alto di tutto il bilancio annuale dello stato. (San Marino Rtv)

Per dare un’idea spannometrica dell’operazione, un impianto eolico che fosse in grado di coprire i consumi elettrici totali della Repubblica potrebbe costare un centinaio di milioni di euro Ribadisco allora quanto detto mesi fa: considerando l’esiguità del territorio e la necessità di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, San Marino deve proporsi quale investitore in impianti (eolici, fotovoltaici o idroelettrici) che sono attualmente in valutazione in Italia o altrove in Europa al fine di acquisire diritti ed energia di parte di questi impianti per coprire parte rilevante del suo consumo elettrico. (Libertas San Marino)