Abedini offre il braccialetto elettronico per ottenere i domiciliari
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Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere iraniano di 38 anni, ha rilanciato la sua richiesta di arresti domiciliari, proponendo l'applicazione del braccialetto elettronico per convincere i giudici della V Corte d'appello di Milano a non temere il rischio di fuga. Abedini, arrestato il 16 dicembre scorso su richiesta degli Stati Uniti, è attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera. La sua difesa, rappresentata dall'avvocato Alfredo De Francesco, ha presentato un'istanza integrativa, offrendo la disponibilità a vivere in un appartamento privato, non più collegato al consolato iraniano, situato in zona Washington a Milano.
Il caso di Abedini, noto come "l'uomo dei droni", ha suscitato l'interesse delle autorità statunitensi, che ne richiedono l'estradizione. La vicenda si intreccia con quella di Cecilia Sala, giornalista italiana liberata recentemente, in cui il ruolo dell'Italia nello scacchiere mediorientale, grazie ai rapporti tra Giorgia Meloni e Donald Trump, ha giocato un ruolo cruciale. La liberazione di Sala, infatti, non è stata determinata solo dalla promessa di scarcerare Abedini, ma anche dal potenziale contributo dell'Italia nella regione.
La battaglia legale di Abedini si svolge interamente sul piano processuale, con l'obiettivo di ottenere i domiciliari e, successivamente, la libertà definitiva. La proposta del braccialetto elettronico e dell'appartamento privato rappresenta un tentativo di dimostrare la sua volontà di collaborare con le autorità italiane e di rispettare le condizioni imposte. La decisione della V Corte d'appello di Milano è attesa per mercoledì prossimo, quando i giudici valuteranno la richiesta di domiciliari presentata dalla difesa di Abedini.