L’ingloriosa fine di Justin Trudeau, il preferito delle élite globali

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
L'INDIPENDENTE ESTERI

Il primo ministro canadese Justin Trudeau si è dimesso lunedì dalla sua carica di governo e da quella di capo del Partito Liberale. Trudeau ha comunicato che rimarrà nelle sue funzioni fino a quando il suo partito non potrà scegliere un nuovo leader e che il parlamento sarà prorogato – o sospeso – fino al 24 marzo. Trudeau, 53 anni, uno dei maggiori rappresentanti dell’establishment progressista mondiale, sostenuto dai globalisti e da organizzazioni come il World Economic Forum, aveva dovuto affrontare richieste di dimissioni sempre più numerose giunte dal suo stesso partito. (L'INDIPENDENTE)

Su altri giornali

Il commento riassumeva le posizioni di diversi leader e studiosi della comunità ebraica del Canada alla vigilia dell’insediamento del leader liberale a primo ministro. A distanza di dieci anni, l’opinione dell’ebraismo canadese sul premier è radicalmente cambiata. (Moked)

Dopo le dimissioni di Justin Trudeau si profilano due scenari: nuovo premier liberale fino a ottobre o elezioni anticipate. Nel frattempo Trump: “Canada 51esimo Stato Usa” (FIRSTonline)

"Ho intenzione di dimettermi da leader del partito, da Primo Ministro, dopo che il partito avrà selezionato il suo prossimo leader. Questo paese merita una vera scelta alle prossime elezioni. " Così il Presidente del Canada Justin Trudeau annuncia le dimissioni. (il Giornale)

Trudeau si dimette: "Canada merita una vera scelta alle prossime elezioni"

A gennaio, il governo della principale provincia produttrice di petrolio, l‘Alberta, ha firmato un nuovo accordo con la società di oleodotti Enbridge, con sede a Calgary, per incrementare le esportazioni di petrolio verso gli Stati Uniti. (Scenari Economici)

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev Courtesy: X Justin Trudeau (Il Sole 24 ORE)

La caduta finale invece ha solidi motivi, radicati nell’esasperazione dell’elettorato per l’alto deficit pubblico, l’inflazione in crescita, il caro vita, una carbon tax vessatoria, l’irrequietezza della minoranza francofona e la scarsità di alloggi conseguenza di un tasso eccessivo di immigrazione. (Tempi.it)