Vargas Llosa aveva talento, ma non la frusta: lo scrittore innamorato di Emma Bovary

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Quando Dio ti concede un dono, diceva Truman Capote, ti consegna anche una frusta per autoflagellarti. Ho sempre pensato che il giorno in cui spedì il suo dono a Mario Vargas Llosa, perché diventasse l’architetto delle più alte cattedrali narrative del suo tempo, Dio si dimenticò di allegare la frusta, come un corriere distratto di Amazon. Don Mario, bello come un attore hollywoodiano del Decennio d’Oro, è lo scrittore che ho amato più di ogni altro scrittore. (Domani)
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«Imparare a leggere è stata la cosa più importante che mi sia capitata nella vita. Se sono diventato uno scrittore è stato per il piacere straordinario che ho provato nel leggere e per le avventure che ho vissuto grazie ai libri. (Il Messaggero)
Ci siamo conosciuti nel lontano 1984, quando misi in scena al Festival di Asti il suo lavoro teatrale più importante, La chunga. Ho avuto l’onore di essere amico di Mario Vargas Llosa. (HuffPost Italia)
Perché gli uomini non possono vive re senza il romanzo? «Perché non sono contenti della loro vita. L'uomo ha bisogno di una vita più ricca, complessa, emozionante di quella che ha. La distanza tra la vita vissuta e la vita sognata è occupata dall'immaginazione. (famigliacristiana.it)

All’Estadio Monumental di Lima c’è una luce strana, l’atmosfera dei big match: anche se il campionato peruviano è appena iniziato, l’Universitario de Deportes ospita il Melgar che è già in fuga, capolista con quattro punti di distacco dalla U. (Ultimo Uomo)
La morte dello scrittore, dalla doppia nazionalità peruviana e spagnola, segna la fine dell'epoca d'oro della letteratura latino-americana. Convertitosi al Liberalismo politico ed economico dopo un passato a sinistra, si candidò alla carica di Presidente in Perù (sconfitto da Fujimori) e più tardi si schiererà contro l'indipendenza della Catalogna da Madrid. (Arte.tv)
È I Venti, un racconto sulla solitudine e sul mondo che verrà con protagonista un uomo ormai vecchio, perso tra le strade di una Madrid surreale, che vaga disperatamente alla ricerca della sua casa, mentre i "venti inopportuni" prodotti dal suo corpo non gli danno tregua. (La Gazzetta del Mezzogiorno)