Bundesbank, l’annuncio del presidente Weidmann: “Mi dimetto a fine anno”

Il Mattino di Padova ECONOMIA

D’altra parte, Weidmann è stato un instancabile critico della politica monetaria ultra espansiva della Bce.

Tuttavia, le numerose misure di emergenza di politica monetaria sono state associate anche a notevoli effetti collaterali e nella modalità di crisi in corso, il sistema di coordinate della politica monetaria è cambiato».

Per Lagarde, Weidmann è «un buon amico», ma i suoi dieci anni in seno alla Bce sono stati tutt’altro che facili, segnati anche da duri contrasti con l’ex presidente Mario Draghi

Così è stato il contraltare di Draghi nella crisi dell'euro. (Il Mattino di Padova)

Su altri giornali

Jens Weidmann si dimetterà dalla Bundesbank il prossimo 31 dicembre per motivi personali, un annuncio che coglie di sorpresa a una settimana dalla riunione della Bce (giovedì 28 ottobre). Il presidente della Banca centrale tedesca e membro falco del board della Bce lascerà il suo incarico alla fine dell'anno con cinque anni di anticipo rispetto alla fine naturale del suo mandato. (Milano Finanza)

Prime reazioni di stampa e partiti in Germania dopo la decisione del falco Weidmann di abbandonare la Bundesbank e dunque anche il consiglio direttivo della Bce. Ma non si adatta, e non solo per ragioni costituzionali, alla tradizione bancaria cui Weidmann si sente obbligato” (Startmag Web magazine)

Per Lagarde, Weidmann è «un buon amico», ma i suoi dieci anni in seno alla Bce sono stati tutt’altro che facili, segnati anche da duri contrasti con l’ex presidente Mario Draghi Quella di Weidmann è una decisione inattesa che apre nuovi scenari sul futuro della politica monetaria dell’Eurozona. (La Stampa)

Lo ha reso noto la stessa banca centrale tedesca. Appresa la notizia, la presidente della banca centrale europea ha affermato che “Jens è un buon amico personale sulla cui lealtà posso sempre contare (Sky Tg24 )

Questa rimane la mia ferma convinzione personale, così come la grande importanza dell’indipendenza della politica monetaria. Come spesso accade, ora dipende da come questa strategia viene “vissuta” attraverso decisioni concrete di politica monetaria. (Il Sole 24 ORE)

Ora tocca a Weidmann: l’Europa indebitata del Recovery Plan, degli acquisti diretti dei titoli di Stato di paesi ormai dipendenti dalle banche centrali per la solvibilità, non è più la sua. In questi dieci anni, Weidmann ha interpretato con coerenza una posizione chiara: la disciplina fiscale e le riforme possono essere imposte soltanto dal bastone, mai dalla carota. (Domani)