Il commento/ Parigi, Berlino e la crisi delle leadership

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Lo spettro che si aggira per l’Europa, se volessimo riutilizzare una famosa frase di Marx, è il disorientamento delle opinioni pubbliche di fronte a quanto sta avvenendo e alle trasformazioni in corso. Non si tratta solo di “sentimenti” o peggio di “sensazioni di pancia”: stiamo parlando della percezione crescente e diffusa delle incognite che ci presenta il futuro, percezione che, a livello cosciente o più o meno istintivo coinvolge la quasi totalità delle popolazioni del nostro continente (ma anche dell’America del Nord, mentre forse in una quota almeno dei nuovi paesi emergenti o di quelli frustrati come in Russia, questo passaggio è interpretato come una occasione di rivalsa su un “Occidente” che ritengono li abbia continuamente danneggiati). (ilmessaggero.it)

La notizia riportata su altre testate

Sorto in apparenza quasi dal niente, il “macronismo” si è identificato con la candidatura all’Eliseo, l’anno è il 2017, del giovane tecnocrate Emmanuel, brillante oratore e dinamica immagine della nuova Francia. (L'HuffPost)

Tra le ipotesi contemplate dal presidente francese Emmanuel Macron per l’incarico di primo ministro dopo le elezioni legislative tenutesi ormai a luglio, c’è quella di un «tecnico». (Jacobin Italia)

I partiti di estrema destra crescono nelle elezioni in Germania, sono al governo in sette Stati dell’Unione e diventano determinanti nella stabilità dei nuovi governi, come quello appena varato in Francia da Macron. (ilmessaggero.it)

È un vero peccato che la dott.ssa Boccia abbia scelto proprio questi giorni per attirare su di sé, e sulla sua vicenda con il ministro Sangiuliano, la vigile attenzione del sistema dei media. (ilmessaggero.it)

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio Europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, RN, che si è confermato il primo partito del paese con il 32% dei voti, mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9% dei voti con una variazione di quasi 17 punti in percentuale; Macron ha immediatamente convocato le elezioni nazionali per ridurre il potere contrattuale della Le Pen. (Teleborsa)

Agli inizi dello scorso mese di giugno, i giorni 8 e 9, si sono svolte le elezioni per il Consiglio europeo che hanno dato alcuni importanti segnali per la politica, in particolare la debolezza della Francia di Emmanuel Macron per la crescita elevata per il partito della Le Pen, Rassemblement national, che si è confermato il primo partito del Paese con il 32 per cento dei voti – mentre quello di Macron ha realizzato solo il 14,9 per cento dei voti, con una variazione di quasi 17 punti in percentuale. (opinione.it)