I cibi più pericolosi: la black list di Coldiretti

DiLei ESTERI

La black list e le motivazioni. L’analisi promossa dalla Coldiretti, che è stata basata su dati Istat, ha posto l’attenzione sulle quantità dei cibi provenienti dall’estero e che possono rappresentare un rischio per la salute sul lungo termine

Coldiretti ha presentato al Forum Agroalimentare a Roma la black list dei cibi più pericolosi che portiamo sulle nostre tavole in modo inconsapevole.

Molte delle notifiche inviate all’UE, tuttavia, sono dovute a causa del cibo proveniente dall’estero (si stima circa l’81%). (DiLei)

Se ne è parlato anche su altri giornali

E’ la proposta di Coldiretti Nuoro Ogliastra accolta dai consiglieri regionali e dai parlamentari presenti ieri a Nuoro durante l’incontro che si è tenuto nella Camera di Commercio. Big data e tecnologia per programmare il futuro dell’agricoltura. (Sardegna Reporter)

Ma la situazione si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia Lista da cui manca la carne sintetica, bocciata senza appello dal 95% dei consumatori italiani, casomai la sua distribuzione dovesse venire ammessa anche in Italia. (WineNews)

L’etichetta nutrizionale a colori boccia, peraltro ingiustamente, quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (DOP/IGP) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. (LaVoceDiAlba.it)

Si tratta di etichette a colori che, sottolinea la Coldiretti, si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia, senza tenere conto delle porzioni. (Fruitbook Magazine)

“Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali (picenotime)

Un’emergenza quindi che – sottolinea la Coldiretti – non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi. (ilMetropolitano.it)