Con lo stop di Trump, sale a 23 miliardi il gap tra Europa e Usa negli aiuti all’Ucraina

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Il Sole 24 ORE ESTERI

Con lo stop deciso da Donald Trump agli aiuti all’Ucraina, si è allargato a 23 miliardi di euro il divario tra le risorse messe a disposizione dall’Europa e quelle stanziate dagli Stati Uniti. Secondo il monitoraggio dell’ Istituto di Kiel per l’economia mondiale (Ifw), tra il 24 gennaio del 2022 e febbraio del 2025, l’Europa ha destinato all’alleato aggredito dalla Russia 138 miliardi in tutto, tra sostegno militare, finanziario e umanitario, contro i 115 degli Usa. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri media

Per tentare di superare le divisioni e fornire più aiuto concreto a Kiev è stata lanciata la cosiddetta coalizione dei volenterosi, che però sino ad ora si è limitata ad esternazioni, senza veri passi concreti: nell’ambito ad esempio della discussione su una possibile missione postbellica di peacekeeping, solo un pugno di nazioni su una trentina nominalmente facenti parte del gruppo si è espresso a favore dell’invio di propri soldati. (RSI Radiotelevisione svizzera)

LO SCENARIO L’America è più lontana, l’Europa rischia di restare sola nel sostegno all’Ucraina. Ma anche all’interno dei singoli Paesi non è semplice trovare posizioni unitarie: ne sanno qualcosa in Germania dove l’obiettivo del futuro cancelliere Merz (Cdu), che guiderà un governo con l’Spd, di fornire i missili a lungo raggio Taurus a Kiev sta già causando fibrillazioni alla maggioranza. (Il Messaggero)

L'attacco russo della Domenica delle Palme a Sumy ha mostrato diverse problematiche legate alla capacità di resistenza ucraina contro la guerra d'aggressione del Paese limitrofo, ma anche alle possibilità di giungere prima o poi a una qualche forma di tregua. (InsideOver)

Ucraina e tensioni interne: la pressione cresce su più fronti In Italia, il fine settimana è stato segnato da scontri sia fisici che politici: al centro del dibattito le manifestazioni e la questione del terzo mandato, che accende il confronto tra le forze politiche. (LA7)

Qualche speranza s’era accesa intorno al ruolo di “grande mediatore” che il presidente americano si era ritagliato con tanta enfasi. Nessuno ha mai davvero creduto che Donald Trump avrebbe potuto porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore, come aveva disinvoltamente annunciato. (Il Messaggero)

Dopo l'attacco della Russia contro la città ucraina di Sumy, che ha causato 34 morti e 117 feriti, e alla luce delle dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo il quale è improbabile che i negoziati in corso tra Stati Uniti e Mosca portino a "risultati rapidissimi", sembra farsi più lontano l'obiettivo dichiarato del presidente Usa Donald Trump di raggiungere un cessate il fuoco generale e un accordo di pace duraturo in Ucraina nel prossimo futuro. (Tiscali Notizie)