"Nostalgia" con Pierfrancesco Favino: ci si può liberare, davvero, di ciò che siamo stati?

Ci si può liberare, davvero, da quello che siamo stati?

Protagonisti sulla scena Pierfrancesco Favino nei panni di Felice, Tommaso Ragno che è Oreste e Francesco Di Leva che interpreta don Luigi.

Anzi, di quel ragazzo di 15 anni strappato alle insidie e alle turbolenze della sua città nell’intenzione di dargli un’opportunità

Dopo la morte della madre, Felice sembra non avere più alcun motivo per rimanere a Napoli (Today.it)

La notizia riportata su altri giornali

Eppure lungo tutto questo film che sì intitola Nostalgia, in cui di nostalgia ce n’è molta e nel quale il rapporto del protagonista con il passato è cruciale, la nostalgia non sarà mai una forma di conoscenza. (BadTaste.it Cinema)

Ad eccezione dell’incipit in via Foria, di un’inquadratura del Vesuvio e del mare che affiora come memoria ritrovata, Nostalgia si muove in un’autarchica unità di luogo. La macchina da presa di Mario Martone non si stacca dal tufo amniotico della Sanità. (Corriere del Mezzogiorno)

Vittoria – Un enorme cetaceo, un capodoglio di circa 15 metri, è stato ritrovato spiaggiato a Scoglitti. “Si stanno valutando le possibili soluzioni di smaltimento- spiega l’Oipa di Ragusa – ma anche lo studio di un’esemplare di enormi dimensioni nelle nostre coste (Quotidiano di Ragusa)

Tutte le degustazioni di vini saranno accompagnate da una selezione di formaggi del Consorzio per la tutela del Formaggio Asiago e prodotti Bassini 1963 A seguire la degustazione delle birre artigianali Ama Crai Est, guidata da Marco Comunian, docente e referente forniture di AIS Veneto. (Sardegna Reporter)

Nota informativa Da lunedì 29 novembre per accedere al Visionario, al cinema Centrale e alla Mediateca Mario Quargnolo è necessario mostrare il Super Green Pass, la certificazione verde Covid-19. Se non hanno indicato una mail in fase di tesseramento, devono comunicarla in cassa alla prima occasione utile. (Visionario)

Per tutto il film questo protagonista gira a piedi nel quartiere, guarda interni, ammira palazzi, entra in negozi e conosce famiglie. Non ci vuole un occhio da critico per notare e farsi colpire da un timore che, anche questo, lentamente nel film diventa sicurezza in sé fino ad un grande sorriso finale, sicuro di sé, di nuovo a casa. (Wired Italia)