Kursk, l’offensiva dura da un mese ma ora è in stallo
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Oltre a quelli di Kursk e del Donbass, c’è il terzo fronte, quello meridionale, tra le regioni di Zaporizhia e Kherson. Qui avrebbe dovuto avvenire la controffensiva ucraina lo scorso anno, bloccatasi quasi prima di partire sulla linea Surovikin, dal nome del generale russo che ha approntato la difesa. Nel corso dell’estate in questa zona sono stati segnalati ripetuti movimenti ucraini che avrebbero potuto fare pensare anche a un nuovo tentativo di sfondamento, ma con l’apertura del fronte di Kursk e le difficoltà nel Donbass è improbabile che questo accada: la Russia è in posizione difensiva e di controllo, l’Ucraina non ha forze sufficienti a disposizione e sul lungo periodo anche questa linea rischia di indebolirsi. (RSI.ch Informazione)
Se ne è parlato anche su altre testate
Neppure Hamas vuole la pace: forse una tregua, per riorganizzarsi. Guerre, punto – Raid nella Striscia e rastrellamenti in CisGiordania, con vittime a bizzeffe; sei ostaggi israeliani uccisi a Gaza, quando stavano per essere liberati: orrori che fanno fremere il Mondo, proteste che scuotono Israele. (Giampiero Gramaglia – Gp News)
Ora, di fronte al terremoto politico in corso nel potere a Kiev, è legittimo interrogarsi sui risultati dell’operazione Kursk. (il manifesto)
Non sorprendono così il rimpasto di metà del governo ucraino e le dimissioni di 6 ministri, avvenute in un momento difficile della guerra, che vede i russi accelerare nel Donetsk e gli ucraini faticosamente impegnati nel consolidare la mini-testa di ponte nel Kursk, pegno da riscattare in un eventuale tavolo di negoziati, invero improbabili prima che Oltreatlantico le elezioni presidenziali sciolgano i dubbi sulla Casa Bianca. (Avvenire)