Medici di famiglia, prevenzione e case di comunità: così si possono «svuotare» i pronto soccorso
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«Molti dei nostri concittadini non sono in buona salute e non hanno abbastanza soldi per curarsi, è venuto il momento di aiutarli. Medici ne abbiamo, ma non sempre dove servono. E non è sufficiente costruire infrastrutture, le dobbiamo distribuire in modo uniforme nel Paese e farci carico degli operatori e dei servizi. Per i tumori abbiamo fatto molto, ma siamo lontani dall’aver risolto il problema, abbiamo fatto troppo poco per le malattie mentali e troppo poco per incentivare i giovani a essere medici e infermieri. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri media
I giovani dottori che decideranno dopo la nuova specializzazione universitaria in cure primarie di diventare medici di famiglia non saranno più infatti come oggi dei “liberi professionisti” che siglano una convenzione... (NT+ Enti Locali & Edilizia)
Da liberi professionisti convenzionati al Sistema Sanitario nazionale a suoi dipendenti, per lavorare sul territorio nelle future Case di Comunità. Nell'idea del ministro dovranno essere il primo riferimento dei cittadini rispetto alle richieste di salute. (RaiNews)
08 GEN “Migliaia di località resteranno senza medico, a rischio i pazienti più anziani” denuncia la Federazione medici territoriali e lancia un appello all’Anci: “1420 case di comunità a fronte di oltre 8mila comuni in zone montane e rurali. (Quotidiano Sanità)
Cosa significa? Che non c’è più differenza, ad esempio, tra medici di famiglia e medici di continuità assistenziale. E questo grazie alla nuova convenzione, che per molti aspetti diventa operativa nel 2025, attivando finalmente, per i medici di medicina generale, il ruolo unico. (Sanità24)
I giovani dottori che, dopo la nuova specializzazione universitaria in Cure primarie, decideranno di diventare medici di famiglia non saranno più liberi professionisti che siglano una convenzione con il Ssn per tenere aperti i loro ambulatori alcune ore al giorno, gestendo in modo autonomo un determinato numero di pazienti (1.500 al massimo, che con le deroghe arrivano in media a 1.800), ma saranno veri e propri dipendenti, assunti con orari e contratti nazionali. (Nurse Times)