Stop al gas russo, l’Ue vuole la rescissione dei contratti

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Dall’inizio della guerra in Ucraina l’Unione europea si è trovata di fronte alla difficoltà di dover gestire l’emergenza energetica derivante dalle grandi quantità di gas che venivano - e in parte ancora vengono - importate dalla Russia. Il problema, oggi, è rappresentato dai contratti a lungo termine che legano ancora le aziende europee al gas russo, con Bruxelles che starebbe studiando delle opzioni legali che consentano a tali soggetti europei la rescissione dei contratti senza il pagamento di pesanti penali a Mosca. (QuiFinanza)
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La Commissione Europea starebbe valutando un piano per consentire alle aziende europee di recedere dai contratti a lungo termine per l'acquisto di gas russo senza dover pagare penali a Mosca. (Milano Finanza)
È prevista per il 6 maggio la diffusione della strategia della Commissione europea per eliminare gradualmente le importazioni di petrolio e gas dalla Russia. L’Ue si è infatti impegnata ad abbandonare i combustibili fossili russi entro il 2027 in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel 2022, ma la Commissione ha ritardato la pubblicazione della “roadmap” già due volte. (Energia Oltre)

Nel 2022, primo anno di guerra, l’Italia era riuscita a diminuire fortemente la dipendenza da Mosca ma eravamo ancora lontani dall’autosufficienza e dall’indipendenza energetica. Partiamo dai numeri perché con quelli non si sbaglia mai. (Corriere della Sera)
Non tutti i Paesi dell'UE hanno le stesse opportunità di diversificare il proprio approvvigionamento di gas. Di fatto, la capacità tecnica delle infrastrutture di importazione di gas non russe in questi tre Paesi supera già la loro domanda di gas. (Corriere del Ticino)
La più concreta sarebbe la possibilità di dichiarare cause di forza maggiore, il che consentirebbe agli importatori di recedere dai propri obblighi senza costi aggiuntivi in base a quanto riportato da tre funzionari europei all’Ft. (Milano Finanza)