I ministri del G7 Canada: la Russia accetti la tregua a parità di condizioni (o rischia “ulteriori sanzioni”)

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Agenzia askanews ESTERI

La Malbaie (Canada), 14 mar. – I ministri degli Esteri del G7 “hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco” in Ucraina, “e in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale della ministeriale a La Malbaie, in Canada. Rivolgendo un plauso all’impegno dell’Ucraina “per un cessate il fuoco immediato”, che è “un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura”, i ministri “hanno chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. (Agenzia askanews)

Su altri giornali

I Sette Grandi hanno trovata la quadra su un accordo finale, fatto per nulla scontato alla vigilia, quando diversi media internazionali ipotizzavano addirittura che non ci sarebbe stato un documento finale a causa delle frizioni tra Stati Uniti e Europa. (Adnkronos)

ROMA – Apprezzamento per gli sforzi in favore di un cessate il fuoco in Ucraina, con l’impegno di Kiev per una tregua “immediata”, e monito alla Russia, chiamata ora a sottoscrivere un’intesa “a parità di condizioni”: questa la posizione dei ministri degli Esteri del G7. (Dire)

“Dobbiamo fare in modo che la Russia accetti il cessate il fuoco, noi chiediamo fortemente a Mosca di rispondere positivamente, ci sono troppi morti. Nello stesso tempo condanniamo quello che la Russia sta facendo colpendo la popolazione civile. (L'Unione Sarda.it)

Marco Rubio, al termine del G7 Esteri in Canada, ha espresso un "cauto ottimismo" sulle possibilità di una tregua tra Ucraina e Russia. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

L'incontro con il segretario di Stato a margine del G7 in Canada. I due hanno parlato anche del cooperante Trentini, fermato in Venezuela (Open)

Ucraina e Medioriente sul tavolo del G7 esteri in Canada che si è concluso con l'approvazione di un documento finale, frutto di un lungo lavoro di mediazioni degli sherpa per arrivare a un accordo che non era scontato. (Secolo d'Italia)