È morto Pino Roveredo, scrittore degli ultimi e degli emarginati

Di CRISTINA TAGLIETTI Autore triestino di narrativa e di teatro, nel romanzo d’esordio «Capriole in salita» raccontò la sua vita tra alcol, carcere e manicomio. Con i racconti di «Mandami a dire» vinse il premio Campiello nel 2005, a pari merito con Antonio Scurati Pino Roveredo era nato a Trieste nel 1954 L’emarginazione, la malattia mentale, l’alcolismo, l’esistenza reclusa o randagia di personaggi ai confini della società e della vita stessa. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

Sono le parole che chiudono il romanzo “Ferro batte ferro” di Pino Roveredo. Si potrebbe riassumere con questa citazione la vita dello scrittore triestino che si è spento ieri dopo lunga malattia nella struttura sanitari di Pineta del Carso dove era ricoverato da alcuni giorni. (Il Messaggero Veneto)

Trieste Pino Roveredo e quell’ultimo testo pensato per il teatro: «Ma è mancato il tempo» (Il Piccolo)

Elisa Coloni Addio Pino Roveredo, i ricordi degli amici: «Sul molo Audace sognava l’Oriente guardando i monti» (Il Piccolo)

Addio a Roveredo, morto a 69 anni a Trieste lo scrittore che raccontò la vita dei vinti Preferiva farsi chiamare autista delle parole. «Sono diventato popolare raccontando il mio lato peggiore», diceva. (Il Piccolo)

Cristina Benussi Dall’esordio narrativo ai “Ragazzi della via Pascoli”, una prosa che ha saputo elevare l’esperienza personale a paradigma di una condizione universale (Il Piccolo)

Gli “ultimi” al centro del romanzo. Lo scrittore si trovava nella casa di cura La Pineta del Carso di Duino-Aurisina, in provincia di Trieste. (Il Fatto Quotidiano)