Meloni e Trump, la partita dei dazi e il gioco delle contraddizioni

Meloni e Trump, la partita dei dazi e il gioco delle contraddizioni
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INTERNO

Mentre Giorgia Meloni si prepara all’incontro con Donald Trump, previsto per il 17 aprile a Washington, il governo italiano dimostra una doppiezza che non può passare inosservata. Se da un lato Fratelli d’Italia e gli alleati avevano lasciato trapelare una certa prudenza sulla questione dei dazi, dall’altro l’Italia ha votato a favore delle contromisure europee contro le misure protezionistiche degli Stati Uniti, allineandosi alla maggioranza dell’Ue. Una scelta che stride con la retorica dell’esecutivo, che nelle ultime settimane ha insistito sulla necessità di evitare escalation commerciali.

L’Ungheria, unico paese a opporsi formalmente, ha confermato la sua linea isolazionista, mentre Roma – pur dichiarandosi paladina del dialogo – ha finito per seguire Bruxelles. Un dettaglio che difficilmente sarà sfuggito all’amministrazione americana, nota per la sua intransigenza nelle trattative economiche. Matteo Salvini, da parte sua, ha ribadito la necessità di evitare «guerre commerciali», definendole «la sconfitta dell’uomo». Parole che suonano come un monito indiretto, anche se la Lega, almeno formalmente, appoggia la missione della premier.