Bagheria. Dalle intercettazioni del bltz di ieri viene fuori il progetto di morte per uno degli arrestati

La Voce di Bagheria INTERNO

Doveva essere punito per le numerose intemperanze e per essere considerato una mina vagate.

L’affronto doveva essere pagato con la vita

Dalle intercettazioni raccolte dai carabinieri, uno degli arrestati, Massimiliano Ficano ritenuto dagli investigatori il nuovo capo della famiglia bagherese.

L’uomo che doveva essere ucciso è Fabio Tripoli, 46 anni.

E’ quanto emerge dal blitz antimafia messo a segno ieri a Bagheria che ha portato in carcere 8 persone. (La Voce di Bagheria)

Su altri giornali

La famiglia mafiosa di Bagheria, secondo gli investigatori, controllava tutto e dirimeva i contrasti tra i commercianti. Insieme a Massimiliano Ficano, ritenuto dagli investigatori il nuovo capomafia di Bagheria, sono stati fermati anche i suoi uomini più fidati. (Giornale di Sicilia)

“Stipendiare” i carcerati: dovere sacro dei boss liberi. Tripoli però, nonostante l’avvertimento, non ha cambiato atteggiamento e aveva fatto sapere in giro di essere intenzionato a dare fuoco a un locale da poco inaugurato dal boss Ficano (In Terris)

La “fierezza” del boss. Certamente il ruolo centrale di questo clan era quello di Massimiliano Ficano, ritenuto boss indiscusso al punto da fare un vero e proprio “passaggio” al comando della famiglia di Bagheria (BlogSicilia.it)

L’amministrazione comunale con una nota si congratula per l’operazione “Persefone” che ha portato all’arresto di 8 persone della famiglia mafiosa di Bagheria accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di armi clandestine, estorsione, lesioni personali aggravate. (La Voce di Bagheria)

NOMI ARRESTATI. Insieme a Massimiliano Ficano, ritenuto dagli investigatori il nuovo boss di Bagheria, fermati oggi anche i suoi fedelissimi. “Lo portiamo in campagna e lo scanniamo come un vitello (Internapoli)

L’operazione, denominata 'Persefone', fa luce sulle attività della famiglia mafiosa di Bagheria, partendo dalla spedizione punitiva organizzata ai danni di un pregiudicato locale, restio a seguire i dettami di Cosa nostra e colpito perciò da un “pestaggio di avvertimento”, dopo il quale non solo non si è piegato a più miti consigli ma ha finito col mettere in discussione in pubblico l'autorità del boss Massimiliano Ficano, decretando la sua “condanna a morte”, sventata solo dall'intervento dei carabinieri. (GiocoNews.it)