Incendi in Sicilia per fare fotovoltaico? Ecco perché è un'ipotesi che non ha senso

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Più in generale, che la disponibilità di suolo non sia un problema per il fotovoltaico, emerge dai numeri diffusi dalle associazioni delle rinnovabili.

Nel commentare tali indiscrezioni, Coldiretti in una nota parla di (neretti nostri) “ombre del business del fotovoltaico a terra sugli incendi in Sicilia” tanto che Coldiretti Giovani Impresa ha lanciato in tutta Italia una petizione “contro i pannelli solari mangia suolo“. (Qualenergia.it)

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Mi auguro in questo modo che un argomento così rilevante venga finalmente discusso nel Competente Consiglio Comunale. Atteso che di tale complesso impiantistico non si è mai discusso nel Consiglio Comunale o nelle competenti Commissioni Consiliariho presentato questa mattina una interrogazione consiliare con cui pongo le seguenti 10 domande al Sindaco ROSSI:. (newSpam.it)

È intenzione del Governo Musumeci tutelare tutti quei terreni attualmente produttivi che arricchiscono la nostra tradizione agricola, ma non solo, e la nostra economia». «Il tema del proliferare di domande per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione di impianti fotovoltaici - prosegue l'assessore Baglieri - come anticipato, è attenzionato dai miei uffici. (Regione Sicilia)

Un’azione coordinata di professionisti per la realizzazione del tuo impianto “chiavi in mano” su misura per te e soprattutto pensato per le tue proiezioni future di consumo energetico (come l'auto elettrica, la pompa di calore ecc. (Libertas San Marino)

Auspichiamo che, senza ulteriori indugi, venga prontamente concluso l’iter di approvazione del Piano energetico della Sicilia (PEARS) che affronta, insieme a tanti altri, anche questa tematica (siciliareport.it)

“Mi sembra una sciocchezza – spiega all’AGI – proprio perchè una legge vieta per anni le trasformazioni urbanistiche nei terreni bruciati. Ma non si può parlare di “una Sicilia trasformata in uno specchio, se alla fine è interessato solo lo 0,6% del territorio dell’isola”. (CorrierePL)

L’idrogeno così prodotto sarebbe immesso in parte nella rete di distribuzione del gas di proprietà del Consorzio ASI e per la rimanente parte nel gasdotto di proprietà della SNAM e destinato all’area industriale di Taranto. (L'Ora di Brindisi)