Dopo Albano e Velletri anche a Marino incubo discarica

RomaToday INTERNO

Dopo la plateale protesta dell'ex ministro Renato Brunetta, anche la politica locale tutta da destra a sinistra si schiera contro l'apertura della discarica.

Siamo disposti a utilizzare qualsiasi strumento democratico per contrastare l’ipotesi di una discarica al Divino Amore".

C'è un terzo comune dei Castelli Romani che dopo Albano e Velletri potrebbe vedere aperto un sito di smaltimento di rifiuti sul proprio territorio o per lo meno ai suoi confini. (RomaToday)

Ne parlano anche altre testate

Così, in una nota, Sergio Ambrogiani, esponente del comitato promotore contro la discarica Falcognana. Per questa ragione, sabato 7 dicembre saremo presenti con un sit-in a Santa Maria delle Mole, a Marino, in piazza Palmiro Togliatti, a partire dalle ore 10. (Castelli Notizie)

(attualità) - Prosegue la mobilitazioni di cittadini e movimenti. ilmamilio.it. “La comunità di Marino e del IX Municipio esprimono il loro forte e netto dissenso a qualsiasi ipotesi di discarica alla Falcognana. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)

Ancora IX Municipio, anche qui discarica di rifiuti inerti (società Cortac). L’attuale discarica di rifiuti di inerti potrebbe essere adattata in 45 giorni ma sussiste il nodo della viabilità. (Il Messaggero)

(attualità) - Ancora prese di posizione politiche sulla vicenda. ilmamilio.it. “L’alzata di scudi collettiva, avviata nella giornata di sabato in via Ardeatina, dimostra senza “se” e senza “ma” che la comunità è contro qualsiasi ipotesi di discarica di rifiuti capitolina a Falcognana. (ilmamilio.it - L'informazione dei Castelli romani)

E da fonti interne emerge anche la possibilità di un accordo interregionale con la Sardegna per conferire i rifiuti nei termovalorizzatori. La sfida di Raggi sarà ora decidere nonostante le proteste dei residenti, come quella di sabato scorso a Falcognana. (Corriere della Sera)

E ribadisce la netta contrarietà del Campidoglio a indicare una cava che accolga i rifiuti della Capitale da realizzare sul territorio cittadino. E ancora, sulle responsabilità della Regione nella mancata chiusura del ciclo a Roma: "Un recente studio evidenzia il deficit impiantistico della Regione Lazio, per 945 mila tonnellate all'anno. (RomaToday)